D’acciaio la mia armatura,
onda è per me cavalcatura,
non sono cavalier
seppur intrepido e indomato.
Non mi nascondo per viltà,
ma a tendere al nemico agguato.
Padrone io non sono dell’abisso,
però umilmente ne fò campo di battaglia.
Non mi difendo, attacco;
perché l’onor mi spinge al sacrificio.
Lontan dagli altri è il mio pensare,
ché la nemica morte chiamo amica,
se la paura mia altra non è,
che non morire valorosamente.
Se le mie vene pompan tricolore al cuore,
mio Dio, io ti ringrazio d’essere italiano.
Se con coraggio estremo
affronto il mio nemico,
vestito dei color della mia patria,
se quando il sangue mio sarà finito
ché l’ultima sua goccia avrò versato,
in ultimo respir silente grido:
“Italia mia, mio unico amore,
fonte di vita mia, io muoio.
Io muoio e a te, soltanto a te
fedele resto”,
non mi chiamate eroe…
Son sommergibilista.
Il poeta maledetto