Giù per la vallata corre
su di un cavallo tutto bianco
un cavaliere con una corazza d’oro.
Ha l’elmo tempestato di gioielli,
e sullo scudo il volto
di un leone furente.
La sua spada luccica al sole,
sobbalzando al trotto del cavallo.
Il suo sguardo è sicuro,
conosce bene il suo cammino,
ogni piccolo movimento
è come se l’avesse già vissuto
tante altre volte.
Giù nella vallata c’è un bosco
dove lento scorre un fiume.
Il cavaliere smonta dal suo cavallo
e si avvicina ad una quercia,
dove, seduta nell’ombra,
una ragazza attende.
“Principessa. E’ ora.”
Dagli occhioni blu cade una lacrima.
Mentre un cavallo bianco
si perde all’orizzonte
nel sole del tramonto,
il vento si porta via
le foglie degli alberi,
fischiando tra fili d’erba
e tra i petali di una margherita
nascosta all’ombra di una quercia.
Il cavaliere tempo s’è portato via
sul suo bianco cavallo,
la principessa estate.
Il poeta maledetto