Spara!

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La mia vita volli dedicarti,

Puntando su vincente cavallo

che mille ostacoli aveva superato,

e mille ancora ne avrebbe saltati.

Trofeo da primo posto,

purosangue indomito,

stirpe guerriera ed errante.

Povero cavallo!

In buca azzoppato rimase.

E sforzo non vi fu che potesse guarirlo.

Provai e riprovai, ma oramai,

testardo e sordo, a quella voce amica,

che mille e più volte lo spronò a tentare,

recuperare il perso trotto.

Volesti perderti nel tuo torto.

Da quella buca non volesti uscire.

Tendendo orecchio ad invidiosi altri cavalli,

al loro dire, basta, ormai non corri più,

la gara è persa.

E perso ho io, che non riuscii a convincerti,

che pur se in fallo un modo c’era.

E t’indicai il sentiero.

Ma il capo volto ad altro,

a guardar chi corre e a riposar,

di corsa che mai più riprenderai.

Ed ora siamo qui,

E colpa è mia che non seppi guidare il trotto,

così la buca che cercasti e trovasti,

fu come se l’avessi messa io,

io il piede in fallo.

Amica mia nemica, tu ora credi

a tutti meno a chi ti fu fedele.

Sempre a parlar di ciò che bene e solo bene poteva fare.

Mai d’un pensiero origine vi fu,

in ciò che in fallo t’avrebbe stretto a perdere galoppo.

Sbagliasti, risbagliasti, riprendesti e inciampasti,

fui ancora li, ancora a incoraggiare e spronare.

E tu testarda e sorda, continuasti,

a cedere il tuo passo

e infin girasti.

Opposta direzione ancor più male a fare.

Ed ora spara!

Un colpo in testa, uno soltanto.

Dritto, fermo, deciso.

Nel cuore tuo già presa è decisione.

Fui solo io a sperare, che fosse stata solo buca.

E invece era una tomba.

Spara! Togliamoci il pensiero!

Ti scriverò parola “fine” ad epitaffio.

Se d’un amor e folle corsa resto vittima,

colpa non è tua, ma mia.

Io sognatore illuso, m’arrendo.

A te, alla vita, all’altro che m’usasti come arma contro.

Spara!

Spara all’amore, e spara anche a me.

A me che stupido credetti.

A te, all’amore, ai baci tuoi, a quel figlio,

che mi lasciasti fra le braccia,

per correre da lui… la tua buca.

Spara, e poi corri.

Perché non debba subire torto di guardarti,

nell’ultimo momento mio e del mio sciocco amore.

Vai donna, vai via da me.

Ti ho dedicato una vita,

seppellisci anche quella.

Cercherò di dimenticare,

di fare come te che hai scordato.

A qualcun altro darò le tue colpe,

come maestra mia, tu,

le tue mi regalasti.

Mira bene! Non sbagliare!

Poi dì a chi chiederà,

che io fui a chiedere e tu facesti.

E diglielo con odio,

così ti crederà.

Diglielo come dicesti a me:

“Io lo facevo perché ti odiavo”

“Mentre lo facevo io ti odiavo”

Spara! E non aver timore!

Io son già morto nel tuo cuore.

Il cuore mio, invece,

l’ho seppellito già,

con quella che eri

e che più non sarai.

Il poeta maledetto

Spara!ultima modifica: 2008-09-20T00:37:59+02:00da morris_garage
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