Cuore di mammuth

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La quotidianità diventa,
ostacolo insormontabile.
La vita mi ha cambiato,
ormai io sono un altro.
E non più voglia ho
dell’essere padrone di uno spazio.
Ero leone e dominavo un territorio.
Violato fu, da attacco interno.
Anch’io di colpe ad altri ho riversato.
Poi mi son reso conto che non fu tradimento.
Ma congiura per spodestar potere.
Eppur non vi era dittatura,
ne potere, ne doveri.
Ma fu lo stesso progettata la mia fine.
Dovevo essere annientato.
Come nemico sanguinario e pericoloso,
dovevo essere sconfitto e spodestato.
Più che leone, io mi sentivo un mammuth.
Volto non all’attacco, bensi alla difesa
di quel che proteggevo.
Ed arma mia non erano artigli o zanne,
bensì la mole, a scoraggiare i malintenzionati.
Ma fu la mole mia arma, maggiore debolezza.
Giacchè bisogno avevo di esser coadiuvato.
E delegai, ed assegnai, e condivisi,
potere e compiti e idee e azioni, tutto per render
democratica una famiglia che credevo unita.
Che cosa fu, a scaturir quell’odio,
quel rancore, che meditava fine mia, io non saprei.
Pacifico son sempre stato, non invasivo degli spazi altrui.
Buono, mai aggressivo, tranquillo, calmo, mai iracondo.
Sentore avevo, quand’ero offeso,
ma per troppa fiducia mi difendevo,
solo dicendo frase presa da canzone:
“io non mi sento poi così cattivo”.
E la congiura prese il sopravvento.
Il mondo mio, crollò in un momento.
Accortomene ormai quand’era troppo tardi,
più non aveo terreno sotto i piedi
e caddi.
E fragorosa fu caduta, che per periodo lungo
in un abisso caddi.
Profondo assai e buio, e senza appigli,
mi ritrovai da solo,
a cader sempre più in basso.
Nel cuore di mammuth v’è leggerezza.
Quel che natura non ha saputo dargli,
ei spera, brama, desidera.
Ed io con esso leggerezza spero.
La mole che fu mia ora mi opprime.
Protegger più non devo territorio.
Questa corazza appesantisce il passo,
or che sicuro son di non ritorno.
Inutile aspettar oltre in cammino
cercare all’orizzonte forme amiche.
Più non v’è futuro per quel che fu passato d’amore.
Né più presente.
Così troncar passato che mi fu sconfitta,
ritorno a vita nuova:
nuove abitudini, nuove amicizie, nuova città,
nuovo lavoro, nuovo cammino.
La decisione è presa e sarà quella.
Abbandono terra in cui da solo sono,
per esser più vicino al mio bambino.

Cuore di mammuthultima modifica: 2008-09-20T19:12:08+02:00da morris_garage
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Un pensiero su “Cuore di mammuth

  1. Scrivo due righe ad un’aquila che si crede un pollo(traduzione spiccia del tuo splendido post):ti sei definito un Mammuth che cade,e ti sei rappresentato come un grifone.
    Conosci bene il significato che gli antichi danno a questa figura mitologica e sicuramente,inconsciamente,la hai accostata al tuo essere.
    Nel Medioevo,il grifone ,era la chiave di lettura per comprendere il senso della Creazione dell’uomo.
    Hai associato cosi’ due simboli potenti il Mammuth,per la sua mole, e il grifone per la sua potenza interiore.
    Ma ti citero’ ancora un’altra figura mitologica che ben si accosta al tuo stato d’animo:la Fenice.
    E qui c’e’ il mio messaggio per l’Aquila:PANTA REI,anche le tue sconfitte.E da esse risorgerai.
    Buona domenica .E passa anche solo per lasciare uno smile,mi fa’ piacere sul serio.

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