Il giorno prima, è partito. – scritta 11 novembre 1996

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E’ col cuor gonfio di tristezza,

che mi ritrovo da lontano a rimirare Capri.

Intorno a me, la gente è indifferente.

Legge il giornale, fuma, parla a voce alta.

Non sa che questo viaggio,

per me di speciale non ha niente.

Ogni volta è un addio, ogni giorno.

E così dura è la via del ritorno.

I binari sfioran l’onde del mare,

quasi volessero accarezzarlo piano.

Molto più in la s’innalza

alto e fiero il monte Solaro,

quasi fosse un miraggio.

Illuminato in tutto il suo splendore,

dal mattutino sole, dal suo primo raggio.

Ma non arrenderti così, fatti coraggio,

ragazza triste come me che pensi a ieri.

Asciuga le lacrime che scivolate sono sul tuo banco.

Lo rivedrai il suo sguardo fiero.

Ritornerà, lo so, a cingerti di nuovo i fianchi.

Tempo per dirgli che lo ami non ne hai avuto.

Un sorriso, un saluto ed è partito.

Così difficile è parlar d’amore,

esprimer con parole i sussurri del cuore.

Ma lui ha saputo cogliere

nel tuo sorriso un profondo dolore.

Tu contro il tuo silenzio in un assurdo rancore.

Ritornerà anche se adesso è lontano,

per essere ancora mano nella mano.

Asciuga il tuo viso mia dolce bambina

che io, lui, colui che è partito,

presto, molto presto, tornerà ad esserti vicino.

 

Il poeta maledetto

 

Sarà destino – scritta 11 settembre 1996

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Fu forse il destino

a portarmi a Capri quel dì.

Fu ancora il destino

a portarmi presto via di li.

Ma non così presto

da non poter vedere

nascere una rosa,

bianca e delicata

come il velo di una sposa.

La vidi sbocciare

e coi suoi petali

il mare baciare.

La vidi cogliere,

appassire dal dolore

per esser stata

allontanata dallo scoglio,

dal suo segreto amore.

La vidi poi rinascere

tra le mani di te,

ragazza ciammurra.

Che sei nel mio cuore ancora,

come il ricordo della bianca rosa.

Fata della grotta azzurra,

chissà se il destino

ti vorrà mia sposa.

 

Il poeta maledetto