Un giorno s’improvvisò poeta.
Si chiuse nella sua stanza,
e non volle più uscire.
Liberò il tavolo da tutte le cianfrusaglie,
lasciando solo un foglio di carta
e una penna per poter scrivere.
Aspettava che l’ispirazione arrivasse
e guardava attentamente le righe del foglio;
quelle righe bianche che lui avrebbe riempito.
Le guardò e le riguardò.
Girò il foglio, un poco lo piegò, poi lo rigirò.
Tornò a guardare le righe.
Le guardò così attentamente,
che alla fine s’addormentò.
La penna ch’era sul tavolo
cominciò a perdere inchiostro.
Goccia dopo goccia scivolò giù dal bordo
e cadde in terra.
L’inchiostro continuava ad uscire,
non finiva più.
Si trasformò in acqua,
e la penna divenne una fonte.
Si svegliò il poeta,
che l’acqua già gli toccava le ginocchia.
Fu preso dal panico,
cercò di fuggire,
ma la porta era chiusa a chiave.
L’acqua saliva e la porta non s’apriva.
Gridò, si lamentò, cominciò a piangere;
tutto fu inutile.
Quando l’acqua gli arrivò alla gola,
lui temette d’affogare,
e perse i sensi.
Quando aprì gli occhi,
si ritrovò in fondo al mare.
Incredibile! Era vivo!
Riusciva anche a respirare.
Una corrente lo trascinò lontano.
Con un vortice lo depose,
alle porte di un castello sommerso.
Bussò. La porta si aprì. Entrò.
Gli fece strada un cavalluccio marino,
che attraverso un lungo corridoio,
in una gran sala lo portò.
C’era una conchiglia gigantesca,
l’imperatore di quel castello.
D’improvviso parlò: “Cosa vuoi?”
Il poeta rispose:
“Nulla. Ero nella mia stanza
a cercar l’ispirazione,
in un attimo s’è riempita d’acqua
e mi son trovato qui.”
La conchiglia di nuovo:
“Se tu vedi questo castello,
se tu senti la mia voce,
hai trovato quel che cercavi.
Ora vai, che il sogno finisce.”
Una luce improvvisa
squarcia il tetto della sala.
Trascina in alto il poeta.
Lui chiude gli occhi, s’addormenta.
Si risveglia sul tavolo della sua stanza.
La penna vuota, senza inchiostro;
le righe del foglio piene di parole.
La magia di quelle parole
parla di un sogno.
Un sogno nato da un sogno;
un attimo vissuto in eterno.
La vita è un attimo di sogno,
la poesia è sapere che stai sognando.
Adesso la mia penna è vuota,
senza inchiostro.
Le righe di questo foglio
sono piene di parole.
La magia di queste parole
parla di un mio sogno.
Un sogno nato da un sogno.
In un attimo.
Perché un poeta non nasce in un attimo.
Una poesia, si.
Il poeta maledetto
Tu non sai che di te si fece vela il vento
Tu non sai che di te si fece vela il vento
Tu non sai che delle tue parole si gonfiò l’onda
E della “miseria” si impoverì l’umano scaltro
Tu non sai che l’oceano si gonfiava delle tue armonie
E il fondale limpido innalzava i tuoi versi
E non sai che nel giorno dei Santi
È avvenuta la tua Rinascita…
A TE ALDA…
CON STIMA
Giusi Pontillo
Il giglio del Re
A Firenze
Sono giaggioli
Nelle mani della Vergine.
Sono tre petali di “IRIS”
Rivolti verso il basso
E tre verso l’alto:
Anche la Bibbia lo narra.
Anche Leopardi ne amava l’essenza ma nessuno
Ne parla.
Saranno quelle anime scelte a Raccontare
Di Gesù che è tornato
In mezzo a noi.
Anglona regina del Medioevo
Quel fiune che lento
Scorre tra l’Agri e il Sinni
Tra i rossi calanchi
Ha sacre anguille che sfuggono alla Storia;
Felice nasce l’incanto
Del culto della Vergine di Anglona
“Madre di un Re”:-
-Padrona di un ricco possedimento terriero.
Oh Federico II
Quale coraggio ti spinse
A difendere la tua discendenza
del Cristo che regna anche nei cieli !
Si veste di luce la visione di Dio
Si veste di luce la visione di Dio
Mentre cammino tra alabastri in visita
Cercando la sua voce amica.
Nel camino tra le ceneri scoppiettano
Le castagne fumanti
E l’inverno appare di fiori e di “viole”
Nei campi abbandonati
L’odore è “ iridescente”..
Tornano ancora i passi d’Autunno
Ed è sempre lei : mia madre
Il mio angelo custode.
Si è accesa la luna nel cielo
Si è accesa la luna nel cielo
E le stelle irradiano l’amore
Come tanti petali fioriti
L’onda suggestiva
È diventata un mare di passione
E il cielo il tuo arco di cupido..
Romantica sentinella
Aspetterò
romantica sentinella
il mutare di una nuvola,
aspetterò col rosso vestito
di un tramonto
barattando
le mie deformità terrene
al cielo che mi aspetta
come un angelo
che ritorna a Dio.
Scriverò versi su un petalo di rosa
Scriverò versi
Come un angelo
All’uomo della mia vita
Su un petalo di rosa
Di Passione.
Appassiranno
Come rose
i petali di seta
della nostra anima..
scacciando via le delusioni.
Tutta la poesia del mondo nel fiore di un ‘albero
Ho messo
tutta la poesia
del mondo
Nel fiore di un albero
quando le nubi
Hanno invaso i petali
del mio cuore
Ho visto
tutti i petali seccare
e cadere
Lasciando spoglio
il frutto del mio sentire
Ora mi sento cielo
dentro una nuvola
e terra con radici
piantate in germoglio
di Primavera
dall’albero Eterno.
Nel viale di neve..
Tante le ombre bianche
nel viale di neve
tanto il silenzio tenue di luce
tanta la felicità di me bambina
che rotola nella neve…
Non posso avere il mondo nelle mie mani
Faccio parte del mondo
ma non posso avere
il mondo nelle mie mani;
sono mano socchiusa
in un calice di piccole verità,
sono creatura disincantata da vane illusione,
sono goccia di Dio in fondo all’Oceano
e germoglio di grano alla Croce
della tua Resurrezione Signore
Oltre i cancelli di alloro
“Oltre i cancelli di alloro
“Medea” festeggia la Liberazione
Dalle condizioni del femminile
Arcaico.
Oltre i cancelli di alloro
“Medea”..è Giusi
E ha vinto
l’eterna risacca dell’amore..
Ora è libera Regina di se stessa.
Christa Wolf
“ La Sposa”
Sei entrata in Chiesa
Illuminando
Il volto della madonna d’Anglona
“Demetra”
Sposa bella e solare
Portando in dono
“Il cesto delle spighe feconde”;
Secoli di dipinti del Messia
Hai scolpito sul viso
Del tuo Sposo-
Raggi del divino
Si sono frantumati
E mille sorrisi
Hai donato
Lasciando tutti vibrare
Nell’attimo del vostro si d’Amore,
Nel canto dell’usignolo
L’Ave Maria continua
E arriva il tramonto
Caldo e divino a scolpire
Cn cuore soltanto.
Con due anime fuse
E unite per sempre.
Anniversario
Scompaiono le tue forme Madre
E nel contemplare il mare
Ritorna la tua Essenza
Che luminosa riposa
Al cospetto di Dio.
Scompare il mio Io fanciullo
Che cerca fra gli alberi
“L’albero della Vita..”
E cadono le case
Come brandelli
A picco nel mare.
O beata illusione
Galleggia “la Casa”!
Fatta di pietre antiche
E l’attimo del tuo Soffio Vitale
Vola dal tetto
Come gabbiani.
E vola nella nostalgia..
Una Chimera
Che respira il profumo
della tua Essenza Madre
Immutata nel tempo
(Rubata al Signore..)
Per ricordarti per Sempre.
L’ombra del veliero
L’ombra del veliero
Naviga nel sogno;
Filtra il vento sotto pannelli
Di luce
E caldo il legno
Trasuda il ritmo della vita.
Pallida l’anima
Cancella l’essenza
E l’oro del destino
Colora l’unica pagina
Del tempo:-
Sarà stata forse l’ombra del veliero?
E’ notte fonda
Una lanterna accesa
Segna la notte
E una luce cadente
Illumina il tramonto della vita
Un marcato miscuglio di colori
Vibra dentro cellule antiche
E la mia forma
Si sfalda sul fondale del mare
Richiama in discussione
La morte Pirandelliana.
L’albero di Primavera
Da lontano l’albero della “Primavera”
Sorride infreddolito
E cadono copiose le gemme insicure
Sulla Pandosia pagana.
L a neve si nebulizza
Sui resti di un casale antico
E una grigia giornata di silenzio
Rende il cielo opalino
E offusca i ricordi.
E piano aeree
Pullulano la coscienza
Vetuste immagini
Del Medioevo.
Il canto del merlo
Si desta felice vicino l ‘aurora
Declama i versi dell’Apocalisse
Nel l’ottagonale Castello
Della discendenza di Davide.
Preghiera di una madre
Signore ..vorrei
Che dai loro cuori
La mia ombra svanisse
Tanto il mio cuore
Ha sofferto le pene.
Signore.. vorrei
Che dal mio cuore “di madre”
“Le rondini “annunciassero
La Primavera della loro nascita.
Signore.. vorrei
Che l’anima mia
Fosse l’ Estate di un alba..
Dove oblia l’essenza di una madre
I n Veglia delle sue rondini
“In eterno ritorno
Alla destra di Dio Padre.”
Anglona e “la rondine Emilia”
Dai resti antichi
Alla città di Anglona…
Parlano ai profeti ..
Abbarbicate sotto le nicchie
La Cattedrale
Tra trine d’erba
Spicca con ramarri e serpenti,
La “rondine Emilia”
Illustra la Storia antica
E Pierro annuncia l’antico testamento;
Si Adornano le donne con scialli neri
Con nodi sulle colonne del tempio
Cosa sono
i nodi della gassa d’amante
O l’Apocaslisse?
Paradiso della rinascita ad Anglona
Non saranno i versi a te composti
Il Paradiso della Rinascita
“Anglona”
Ma la quiete del tuo Tempio
Con la preghiera a te rivolta
Vergine della Natività;
Preghiera di una “Madre”
Che davanti al tuo cospetto
Si è strappata il cuore
Addolorato per il” Figlio”.
Non sarà il canto degli uccelli
Il verbo del tuo mistero
I serpenti incolonnati
Sul sacrato della chiesa
Ma “l’angelo “da te mandato
In questo Paradiso
Non sarà il tuo profumo
Di rose che inebria
Questo luogo d’essenze la Tua Storia
O le Stelle del Castello che ti videro regina di un Re
Dodici sono stati i tuoi misteri sulla terra
Ma la stirpe di tuo figlio
Tribù di Davide..
“Il ritorno del Messia.”!
L’epitaffio di Pierro
Tra un pensiero e una carezza
La meta è il tuo silenzio
Paradiso Perduto.
Un epitaffio in fiore germoglia
Tra le colonne annodate
Come gasse d’amanti
Sotto la Vergine Santa.
E tremano le ombre
Dentro la Cattedrale..
Anglona risorge
Bella e solare
Annunciando l’Apocalisse
Nelle parole di Pierro .
Il cielo di Emilia
Il cielo di Emilia
Vibra d’amore..
E l’Eterna Primavera
Si risveglia
Al canto felice della “Rondine”
Sotto l’androne di Pietra filosofale.
Muta aspetta il garrire dei colombi
E i colori del sentire
Diventano grigio cielo
Di nostalgia.
E la Storia siamo noi
Anime incrociate nella sincronicità
E l’ Evento siamo “Noi”..
Nel Santuario di Anglona
Fedeli intimoriti
Davanti alla Natività
Della Vergine Maria,
Con le lacrime terse di essenza
Dal pentagramma musicale
Una musica celestiale
Dal quinto arco della chiesa.
La donna sulla torre di Babilonia
Fu abbagliata dal sole
La donna sulla torre di Babilonia
Fu protetta dagli Arcangeli
Oltrepassando i punti cardinali
Tra cielo e terra
Fu ibrido cielo
Davanti alla porta di Dio
Fu donna fino in fondo
Aspettando il perdono eterno
Nel giorno della sua festa.
Visione d insieme
In una visione d insieme
Pallida luce
Traspari
E ti accorgi
Dell’ annunciata aurora boreale
Dove scarlatta
La paura aspetta
“In mezzo a tanti fiori di vetro,”
Guardinga ..
Non approvi
La larga visione dell’uomo
Per Dio
E piangi dove l’umano piomba
nella luce smisurata del disamore.
Ora.. compassionevole
Vorresti gridare
Che la salvezza non è
La propria
Ma quella Del tuo nemico
E del tuo amore divino
In espiazione degli sbagli
Di una intera umanità-
Non hai più un volto Donna fuori dal tempo.
L’ultimo sorriso
Si spande nelle tenebre
Cosa vuola la morte..
La Rinascita dello Spirito?
Donna il tuo volto
Cancellato
Ha odore di rose vellutate
Chi sei ?
Il Principio o la Fine
Dei tempi?
Sotto a queste pietre
Il luogo annunciato:-
“La via del ritorno
A Dio o a Cristo”?
Ti parlano ancora le metafore antiche
E la paura è uno strano antidoto
Del dolore..
O l’annuncio
Del Paradiso sulla terra?
Donna non fissarmi così parlami ancora
Adesso so che sei la mia ombra che
Si rivela alla mia coscienza.
Quel fiore di mezza luna
Quel fior di mezza luna
È comparso nel cielo
E brilla come diamante
Il bianco candore del fior di loto.
Sovrasta il silenzio
Il Paradiso perduto
E l’ardore che ti avvolge
E’ fulgido destino
Che Incanta l’amore di Dio.
Zampillano le stelle
E l’amore che ti ride come eco
E’ ancora di questa terra.
Rapida luna fiorita
Quando penso alla vita “Vissuta”
Luci ed ombre
Hanno acceso
Questa rapida luna fiorita
E mentre oblia la notte
L’anima affonda nel rosso tramonto
Di questo crepuscolo d’amore.
La luna oltre l’invisibile
Parlo piano di te Luna
Parlo al tuo Cuore
Pieno di sole ;
Parlo di te..
– invisibile e presente
al Creatore ;
« Sorella Luna
la fiamma del Cuore
« è Creazione..
del Nostro Signore
Onnipresente » !
Dal Dal Vangelo
“di Matteo”
la tomba muta
ha girato pagine
e grano
a una colomba bianca
Nel dì d’Aprile”;
ha implorato a San Pietro
“la chiave”
quando è scoccata l’ora 9,37.
“Sulla tenera terra
il sigillo d’oro
è rimasto impigliato
nell’anima cara
chiudendo il Vangelo
con pagine oscure
sull’ombra del sole.
Si specchiava così
nella conclave piazza
una bara sigillata
andata via,
nel muto silenzio
“il santo padre
Karol Wojtyla”!
I capelli del messia
Il mare,
la forza,
questo vento
il messaggio;
sono occhi profondi
piangono…
La materia svanisce
Prigioniera dell’essere
e diventa
verbo
fuoco
sulle onde
fulmine diretto,
al passaggio del messia
in mezzo a noi…
Sono venuta ad Itaca con l’unto degli infermi
Sono venuta ad Itaca
Con l’unto degli infermi
Ho cercato la felicità al limite delle tavole
Pitagoriche
Conversando con Dio
Mentre il cielo
Era azzurro mare
E l’anima un verde prato,
Sfogliando le ferite
Come margherite
E l’attesa come essenze di una rosa.
Ho reciso i tralci secchi
Nella vigna del Signore
Con l’asola affilata
E il desiderio della Rinascita.
Nel petto la punta della tua pietra di _Giada”
Salii sulla torre antica
Astronoma della notte
E gocce di rugiada ammirai
Nell’infinito cielo;
Brillavano
Scolpite parole
Di giada.
Meteore d’Oriente
Sbocciavano_ _”oh Giada”_
Vivendo armonie di cristallo
In codice Pompei.
La luna puntata
_Sanguinava nel mio petto”:
E implorai la venuta del Messia!
Preghiera
Io.. non so
pregare;
parole consumate
dal pianto
sono i bagliori
di questa preghiera.
Io.. non so chiedere
quando sento
di essere vicino a te:
sei tu Signore
“la mia preghiera”.
Tursi
Assopita
Da lunghe distese di calanchi
Sono il sole
Che si eclissa con la luna
l’Universo che diventa spettatore
Di lontani rumori
Di anime che tornano
Al lavoro dei campi
E rapita dai momenti
Nostalgici
Diventa un eco
Il rumore della trebbia
Assordante
Che batte sull’albero di melo
Dei ricordi.