Amica mia carissima

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Amica mia carissima,
ti scrivo qui perché so,
che prima o poi da qui passerai.
E queste mie parole,
questo mio sfogo, tu lo leggerai.
Vorrei dirti che ti odio,
ma non ti odio veramente.
Odio ciò che mi hai fatto, non te.
Soffro. Ho un dolore dentro indicibile,
che molte volte sembra soffocarmi:
mi manca l’aria, mi fa male alla gola.
Mi sembra quasi di morire.

Mi hai lasciato prima rabbia e sconforto,
trasformatesi poi in amarezza e delusione.
Già, la delusione: è questo, più dei tradimenti,
che io non ti perdonerò mai.

Delusione… Sapere che ad altri andavi dicendo
di essere sola già da un anno;
che per fortuna ti eri liberata da una storia di 10 anni,
con un uomo a cui ti eri aggrappata,
ma che davvero non avevi mai amato.
Lui c’era nella tua vita, perché avevi “bisogno”.
Parole che urtano, feriscono, distruggono.
Ancor più perché, io nella tua vita ancora c’ero.
E nemmeno un mese prima,
ero ancora un uomo da sposare, bravo a cucinare,
bravo a far l’amore. Parole tue.
Ma del resto… “Siamo le scelte che facciamo”.

E penso… Non faccio altro che pensarci.
Ci perdo il sonno e le notti,
un pò come fai tu con quella “simpatia non corrisposta”
quel “colpo di fulmine” di cui parlarono i tarocchi,
che tu credi sia innamoramento…
Ed invece è soltanto tua ossessione.
Quasi 2 anni che ti controlli lui e la sua ex
e non hai capito che ti stai solo caricando
di illusorie aspettative.
Frida Kahlo diceva:
“Dove non puoi amare, non soffermarti”.
Questo è il mio consiglio per te.
Seguilo, comprendilo.
O le tue (soltanto tue) emozioni ti tradiranno.

Tradiranno…
Come facesti a cader nelle sue “braccia sicure”, io non lo so.
Non giudico l’amore, nessuno può.
Ma quello di certo amore non era.
Visto che lui di me sapeva.
Avessi saputo io di lui,
immediatamente t’avrei lasciata.

Il sesso è corpo, carne da possedere.
Una fame che va saziata, e quando lo sei,
il cibo più non ti interessa.
L’amore è cuore, sentimenti da alimentare.
Una fiamma che brucia e che mai si sazia.
Non ne hai mai abbastanza.

E tu “abbastanza” non ne hai avuto,
né di me, con cui continuavi a stare,
né di lui con cui,
ormai routine del venerdì,
continuavi a ritornare.

E ancora a me toglievi,
ciò che io da te volevo:
tutta te stessa.
Regalando ad uno il tuo tempo,
ad un altro i tuoi pensieri,
a un altro ancora il tuo corpo.

Briciole di te prendevo,
e me le facevo bastare…
Muto, in silenzio,
anche quando mi chiedevi
se c’era qualche cosa che mi facevi mancare,
aspettando la mia smentita.
Temendo di perdermi per un’altra.
A quelle briciole io mi ci aggrappavo,
e seppur avessi intuito,
mi volevo sbagliare…
Non volevo perderti.

E invece avevo già perduto il tuo amore, il tuo tempo.
E le briciole di te che accettavo per vivere,
quei momenti di intimità del martedì,
quasi rubati, clandestini,
come se non fossimo più compagni ma amanti,
altro non erano, che per tua pura soddisfazione,
un’abitudine di desiderio e passione.

E poi l’epilogo…
Un natale anticipato al 22,
per poterlo trascorrere insieme
e quell’ultimo giorno nostro…
Il mio onomastico.
Ero così felice di averti con me,
che era come festeggiare il capodanno in anticipo.
E te lo dissi.

Se avessi saputo che quella era l’ultima volta che ci vedevamo
ti avrei abbracciata più forte,
ti avrei baciata ancora con più ardore,
avrei fatto con te l’amore con più passione.

Perché, ignorando ciò che mi avevi fatto,
ciò che di me pensavi,
e tutto ciò che mi avevi tolto,
in quell’ultimo nostro incontro di anime e corpi,
io, ancora ti amavo.

Ho iniziato scrivendo “vorrei odiarti”,
credo che ne avrei tutto il diritto…
Chi mai potrebbe biasimarmi?

E invece no.
Voglio lasciarti per il finale,
parole non mie, parole di Julia Roberts:

“Sai che è amore
quando tutto quello che vuoi
è che quella persona sia felice
anche se non fai parte
di quella felicità.”

Abbi cura di te,
Addio.

Amica mia carissimaultima modifica: 2021-01-29T18:20:52+01:00da morris_garage
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