Tempesta di mare – scritta il 12 marzo 1996

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Un urlo bloccato sulle labbra

chiuse con forza,

mordicchiate con rabbia.

Le dita tremanti,

reggono una sigaretta

che piano si spegne.

Occhi fissi in avanti,

angosciati, stupiti.

Voglio te. Voglio te le ho gridato.

Ma spariva lontano dal mio cuore

mentre piangendo moriva il sole.

E pioggia di sale

per guarire le ferite.

E bottiglie di veleno

per lenire il mio male.

Chiedevo amore e ho ricevuto dolore.

Chiedevo un inizio

e mi è stata data una fine.

Ma adesso voglio volare,

questo suolo freddo voglio lasciare.

Sul vento voglio planare,

solo la libertà adesso voglio amare.

Prego per cambiare queste mani in ali,

che penne e piume

possano il mio corpo fasciare.

Gabbiano di scogliera sarò.

Sulla tempesta di mille onde volerò.

Con tutto quel rumore,

la sua voce spero,

più non sentirò.

Libertà, libertà.

Essere solo che male fa.

Gabbiano triste,

un profumo perduto aspetta,

planando sulla scogliera,

fumando un’altra sigaretta.

 

Il poeta maledetto

 

Tempesta di mare – scritta il 12 marzo 1996ultima modifica: 2010-02-16T10:00:00+01:00da morris_garage
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