C’era una spiaggia deserta,
un sole che splendeva sicuro
sui naufraghi di un mondo scuro
a cui non sarebbero più tornati.
Un fresco venticello accarezzava il sorriso
di uomini e donne che dopo la tempesta
si eran ritrovati in paradiso.
Il giorno e la notte non chiedevan permesso
venivano e andavano in girotondo,
baciando quell’isola del nuovo mondo.
Due stracci e la libertà per vestirsi,
i frutti della terra per sfamarsi,
una spiaggia, un boschetto
e una fonte per amarsi.
Non mancava nulla,
e vollero della loro felicità
rendere participi tutti gli altri.
Su un bigliettino scrissero:
“Venite a trovarci in paradiso”.
Lo affidarono alla corrente del mare
sigillandolo in una bottiglia di vetro.
Il Creatore di tanta bontà si commosse,
e volle tutti loro benedire,
infondendo su quell’isola
lo Spirito Santo.
Soffiò però troppo forte
e si inaridì la fonte.
Dagli alberi volaron via
tutte le fronde,
e l’unico respiro che rimase
fu quello delle onde.
Un angelo discese dal cielo
battendo forte le ali.
Vomitò uomini in tuta
su quell’isola morta.
Tutt’intorno girarono
e soltanto una bottiglia trovarono.
Uno di quegli uomini lesse:
“Venite a trovarci in paradiso”.
“Benvenuti a Mururoa.”
Rispose un altro,
con un amaro sorriso.
Il poeta maledetto