Strade polverose,
con la luna che le bacia,
un guerriero solitario
col suo cavallo attraversa.
Per rivedere gli occhi di una donna.
Per accarezzare ancora
la sua morbida pelle,
per dormire ancora una notte
fra i suoi capelli.
In mille duelli
non ha chinato la testa.
Sul corpo e nel cuore
ne ricorda il dolore.
Ma ora basta.
Lunga è la notte,
lontana la meta.
Non si arrende, non molla.
Tanta strada è già fatta.
Lui non ci crede, è vincente.
Al risveglio del giorno
troverà quella donna.
Le dirà:
“Ho visto la neve
cadere dal cielo.
L’ho vista sciogliersi
al calore del sangue
dei miei nemici.
Ho visto i prati fiorire
e per la mia rabbia
riempirsi di croci.
Io, vincitore di tante battaglie,
con questa spada
ho difeso il mio onore.
Questa stessa spada
ora pongo ai tuoi piedi,
insieme al mio amore.
Per te donna, oggi son qui.
Perché il tuo destino
sia legato al mio.”
Questo pensa il guerriero
e la luna già
comincia a tramontare.
Sui suoi pensieri
nasce il giorno
e nel suo sguardo
la gioia del ritorno.
Finalmente quella casa,
dove il guerriero
troverà una sposa.
Eccola, è li,
sull’uscio che aspetta.
“Donna, son qui.
Ma domani sarò altrove.”
E un’altra notte ci fu
per carezzare ancora
la sua morbida pelle,
per dormire fra i suoi capelli,
per rivedere quegli occhi di donna.
In quella notte
un lampo solcò il cielo
e tutto svanì.
Si risvegliò il guerriero
sorridendo del suo sogno.
Sguainò la spada,
montò sul cavallo perdendosi
in quelle polverose strade,
e non fece più ritorno.
Sconfitto dal ricordo di una donna,
che mai sarebbe stata sua,
lasciò che il sogno svanisse
con le prime luci del giorno.
Il poeta maledetto