Ti voglio così, ribelle.
Pronta alla sfida,
perch’io sia tuo amico
e il tuo peggior nemico.
Voglio il tuo amore, si.
Ma lo voglio a muso duro.
Una minestra riscaldata
si da ai porci.
Io voglio te,
e ti voglio ribelle.
Voglio che ti divincoli dal mio abbraccio,
solo perché desideri ch’io ti stringa più forte
fino a farti male.
Voglio tu sia cattiva,
quando facendo l’amore io ti dico
che un’altra lo faceva meglio.
Voglio tu sia decisa e forte,
combattendo contro di me,
perché più passionale sia la resa.
Ti voglio mia, ma non sconfitta.
Una guerra in cui vinciamo noi stessi.
Ti voglio capace di una carezza,
ma voglio che gridi più forte,
nel momento in cui ti grido
Di smetterla di urlare.
Perch’io ti prenda così, con forza,
per regalarti un motivo più dolce
per poter gridare.
Ti voglio schiava guerriera
di una vita che si ostina a farci male,
rendendoci più forti.
Ti voglio mia, soltanto mia,
mentre con un sorriso di sfida mi dici,
che quel che tu mi darai, nessun’altra potrà.
Ed io sarò li a sfidarti,
per lasciar tu mi dimostri che è vero.
Il poeta maledetto