Pensieri di una vita ❤ ♋︎ ✺ ♌︎ ♛ ⚝ (aka il poeta maledetto)

Dialogo tra il sole e una barchetta di carta che si lascia illuminare da stelle. – 3 marzo 2010

 

Tesoro mio, mio amore,
tempi bui si avvicinano.

Cedendo alla notte
hai negato il sole,
affidandoti a stelle,
sì belle quanto ingannevoli.

Una semplice nuvola
può nasconderle per sempre
e senza riferimento
chi guiderà i tuoi passi?

Ho cercato più volte
di farti capire
che il mio chinar la testa
era forza e non debolezza.

Forza di una consapevolezza
che può esser sconosciuta a molti
ma non a me.
Ho sentieri sicuri
su cui posar calcagno
e non mi lascio influenzare
da indicazioni sbagliate
o palesemente false
siano esse dalle tue labbra o meno.

E più volte te l’ho dimostrato.

L’indifferenza
a una tempesta in arrivo,
qualcuno può scambiarla per coraggio
o temerarietà.

Quello stesso qualcuno
che quando essa ti travolgerà,
correrà a nascondersi
e ti lascerà sola.

Ma una mano tesa c’è sempre.
E poco importa se
è proprio quella che ora ti affonda.
E’ una mano che ha saputo capirti,
conoscerti ed amarti.

Impara ad applicare
l’umiltà che professi,
ti insegnerò a discernere
la falsità dalla sincerità.

Costretto sono a restituirti
quel che hai voluto donarmi
perché non appartiene al mio mondo,
ma al tuo.

Su questa scacchiera sei pedina sacrificabile,
ma sei anche il pezzo più importante e prezioso.
Ho sempre dato il giusto peso alle cose,
sia nel bene che nel male.

E sono pronto a perdonare,
se seguirai le regole questa volta…
Sempre le stesse, sempre così difficili
da applicare tutte e quattro insieme…

Amore, sincerità, rispetto, fiducia.

Una sola non bastava, non basta,
non potrà mai bastare.
A meno che non esista un compromesso.
Ma sarebbe un gioco al ribasso,
dove ognuno cerca di dare meno…
Ti ricorda il tuo presente?

No, sicuramente no.
Impossibile che tu capisca ora.
Ma queste parole io le scrivo
perché tu possa capirle fra un pò di tempo.

“Mai caso al caso”; ricordi?

E seppur ferito, amareggiato e deluso
da come ti sei comportata nel dopo,
devo ammettere che il durante
è stato molto piacevole.
Molte cose mi piacevano di te,
tante quante erano quelle che detestavo.

Un equilibrio fragile,
ma non in me era la pecca.
Lo dimostra l’esatto contrario
dei tuoi comportamenti e del tuo fare,
del prima e del dopo di me.

Potresti ancora evitare tutto.
Basterebbe l’umiltà, la sincerità,
l’ammettere, invece di negare,
agli altri come a te stessa.

Non esistono inflessioni nelle mie parole,
come nelle mie azioni.

Solo certezze e consapevolezza.
Inutile rifiutare la realtà.
Bisogna solo accettarla
per quella che è.

Ho tracciato un sentiero,
per te che ti ostini a seguire le stelle.
Quando affonderai sugli scogli,
rileggi queste parole.
Quando i “veri amici” saranno spariti,
abbondonandoti alla furia degli eventi,
allora scoprirai che il sole,
non si è mosso di un millimetro.
Spera solo di avere la forza
di gridargli che ti dispiace,
e che il tuo grido sia sincero.
Egli non ammetterebbe poco meno di quello
che ti aveva chiesto un tempo.

Eppure brilla ancora,
seppur tu l’abbia spento nel tuo cuore
e tra le tue gambe.
Aperte a chi ora ci perde tempo
fino a quando non troverà
un altro porto dove attraccare.

Quando la tempesta sarà passata,
visto che non hai voluto evitarla,
lancia il tuo grido,
il tuo segnale d’aiuto,
e convincimi.

Una nuova e vera vita
potrò donarti.
Ma stavolta,
soltanto se lo vorrò.

Nel frattempo,
goditi il compromesso,
la falsità,
l’amicizia interessata,
il divertimento fuggevole,
gli apprezzamenti che durano un giorno.

Quando tutto sarà svanito,
allora capirai l’errore.
Ma se vorrai rimediare,
e se capirai come,
questo io non posso saperlo…
Posso solo sperarlo.

Perché in fondo ti amo,
e sei ancora la regina
della scacchiera del mio cuore.
Un pezzo importante, unico, indispensabile.

Ti ho sempre dato la giusta importanza,
e riconosco quello che hai fatto, nel bene.

Ti do la giusta importanza,
perché conosco e riconosco,
anche quello che hai fatto nel male.

Sarò il tuo tormento,
sarò l’incubo che ti toglie il sonno,
sarò il rimorso, il rancore,
godrò delle tue lacrime.

Ma posso essere l’unica tua rivalsa,
l’unica ricompensa,
l’unico riconoscimento,
l’unico che sappia amarti,
e che voglia farlo.
L’unico riferimento,
quando ogni altra luce,
sbiadendo si è spenta.

A te capirlo,
non ora che non puoi;
quando sarà il momento.

E’ l’attesa il dono più grande
che ti faccio.

Ti chiederò molto,
ti chiederò un miracolo.
Soltanto perché sono certo
che se vuoi, tu puoi.

Ma dovrai dimostrarlo
primo fra tutti a te stessa.

Ti ho lasciato barchetta di carta,
in balia delle onde.
E dopo cinque giorni
eri già aggrappata a secchi rametti
per non affondare.
Possibile ch’io debba soffiar più forte
soltanto per poterti liberare?

La tua ingenuità mi disarma,
ma la tua ostinazione mi ferisce.

Hai scambiato il mio dolore per impotenza,
il tuo rifiuto, per vendetta…

Stavo già tracciando i tuoi passi.
E te l’ho già dimostrato.
Ora sei esattamente dove volevo tu fossi.

Quello che hai fatto,
lo hai fatto contro di te.
Il peggior tuo nemico è il tempo
ma esso è anche il tuo miglior consigliere.

Scoprirai le cose lentamente,
ma bruscamente.

E ti meraviglierai
per quanto ho ragione.

Se capirai, ti salverai,
se vorrai rimediare, ce la farai,
se guarderai con occhi nuovi,
soltanto allora mi vedrai.

Io non ti odio,
non l’ho mai fatto.
Tutto quello che ho fatto,
che faccio,
e che farò,
è perché ti amo.
Ti amo di quell’amore vero,
puro e sincero,
che non in chi annuisce oggi
e si stanca di te domani,
troverai.

L’amore vero è per sempre,
ma una sola volta ci è concesso trovarlo.

E il tuo incontro con esso?
E’ davanti o dietro le spalle?

Io sono stanco di guardare avanti.
Ora mi siedo e aspetto.
La terra gira.
Oggi sono tramonto,
ma domani sarò di nuovo alba.

Dialogo tra il sole e una barchetta di carta che si lascia illuminare da stelle. – 3 marzo 2010ultima modifica: 2010-03-02T18:00:00+01:00da
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