Deserto – 24 gennaio 2009

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Soffoca,

stringendo arcigna dita al collo.

Vince,

segnata ormai la lotta per la vita.

Batte,

scandendo ad ogni sussulto un punto.

Esanime lasciando

spoglie abbandonate a putrescenza.

Eppur…

Qual organismo ch’or giace ai piedi tuoi,

oramai in ricordo flebile mutato,

hai ucciso?

Le tue mani or tremano,

sbiadendo al chiaror dell’alba,

mentre con occhi vitrei osservi,

che con l’ultimo tuo rantolo di vita,

con l’ultime forze, anziché rialzar la fronte

a rimirar un futuro tramontare e risorgere,

te stessa hai ucciso.

Ed or non basta in rivalsa

che a pianger siano occhi e cuore.

Da quando anima, amore, esiliasti

perdendoti in una tomba

e merda e oro in impasto.

Or carne morta rimani.

Che gli avvoltoi finiscano,

quel che agli sciacalli in vita concedesti.

   

Il poeta maledetto

Violentami! – 11 gennaio 2009

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Assaggia la mia pelle,

cogli il mio sapore.

Distillalo fra le tue labbra

come prezioso unguento

raccoglilo in ampolla

come veleno raro

da usar per estatica possessione.

Con le tue mani

riduci pieghe in piaghe,

deturpa come cave affamate,

vallate, cime, fiancate.

Inonda le mie terre

e battimi come ghibli e sabbia,

scarnificando la mia essenza.

Cibati della mia anima,

prendi dal mio corpo,

quel poco di buono

che ancora è rimasto.

Violentami.

Rendimi parte di te.

 

Il poeta maledetto