Le parole contano, le menzogne uccidono.

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Le parole contano,
tante volte rimangono
e fanno male
anche se dette per rabbia
si ricordano.
E pesano come macigni
su un animo inquieto
tanto da soffocarlo.
Quante volte mi hai
urlato sul viso che valevo poco?
Eri la mia donna importante
eri la mia stella nel buio.
Ed ora che rimane di noi due?
Briciole che hai lasciato
il vento spazzasse via.
Come per crudele gioco,
hai sparso in terra e calpestate,
perché libera fosse
la tua mano per un altro.
Ero una cena fredda,
che hai consumato in fretta.
Volevi, volevi, volevi.
Volevi e dovevi ottenere.
E tutto quello ch’io non t’offrivo
ora ce l’hai.
Tutto a parte una cosa,
una cosa che non si può volere
ma soltanto donare.
Ma quella cosa a te è sconosciuta.
Rinchiusa tra le pieghe
della tua ossessione:
una ricerca su sentieri sbagliati,
una radice che hai cercato nel mare.
Quella cosa non fa rima con libertà,
fa rima con sincerità.
Ed è come un monte
che preferisci ignorare
anziché scalare.
Ora hai tutto. Sii contenta di questo.
Ché l’effimero brucia presto.
E tornerai a sbadigliare,
e ritornerai a cercare.
Ma per sentieri sbagliati
ancora ti perderai.
Ho inghiottito la tua chiave,
tra veleno e menzogne.
Ed ora chi ti aprirà il cuore?
I soldi?
L’auto?
Il ballo in maschera di domani?
Le notti per locali?
O quelle in auto,
a cercar di rubare
quanto più piacere possibile dall’altro?
Le parole mordono, hanno fame, come i cani ti ringhiano,
dentro il cuore fanno male
e si insinuano, ti consumano, ti divorano.
Nella tua cena fredda
hai rotto il silenzio
e consumato in fretta
portando briciole con te
che sparse al vento hai
al profumo della prossima portata.
Imbandita ho la tavola in tua assenza
e m’appresto a consumar l’ultima cena
alla quale non sarai invitata.
E spargerò le briciole,
ed ogni briciola sarà una lacrima,
perché per te era ancora aperta
la porta del cuore.
E quei frammenti di noi che hai distrutto,
eran quella cosa,
che purtroppo per te ha un nome…
Si chiama amore.
Goditi l’effimero tutto,
molto presto ti divorerà lo stesso niente
che hai lasciato a farmi compagnia.

 

Il poeta maledetto

 

 

 

Le parole – Umberto Tozzi

 

Le parole contano dille piano tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano si ricordano.
Le parole quante volte rimangono le parole
feriscono le parole ti cambiano
ti bastava anche un filo di voce per dirmi ti amo
ma quante volte mi hai urlato sul viso che valevo poco.
Mi sentivo un bambino immaturo e magari ero un uomo
ti credevo una donna importante eri donna a metà.
Dimmi che rimane di noi due dimmi hi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.
Le parole mordono hanno fame come i cani ti ringhiano
dentro il cuore fanno male
e si insinuano ti consumano ti divorano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano
quante volte leggere e preziose me le hai sussurrate
ma altre volte mi hai dato del pazzo se di te morivo.
Mi sentivo un bambino immaturo e magari ero un uomo
ti credevo una donna importante eri donna a metà.
Dimmi che rimane di noi due dimmi chi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.