Fiorire e amore – scritta il 6 maggio 1996

 

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Raggio di sole,

riflesso di luna,

sulla tua pelle,

sulla tua chioma bruna.

  Beate le mani

che carezzare posson quella pelle.

Una volta eran le mie

ora non sono quelle.

Sospiri dati alle stelle

nei giardini nascosti,

ed in tanti altri posti.

Ma il tuo viso

si colorò di pianto.

Mi risvegliai e svanito il sogno,

se ne andò via

anche il meraviglioso incanto.

E le tue labbra,

in una smorfia

per lungo tempo durata,

quando andai via

io non l’ho più dimenticata.

Mio frutto acerbo,

dal gusto tanto dolce

nel cuore mio io muoio,

come si spense in quelle labbra

un maledetto giorno la tua voce.

E l’eco reboante del rancore

urla l’amore amaro del dolore.

Potessi io ritornar sopra i miei passi,

carezzerei in questo momento

i tuoi capelli mossi.

Un frutto acerbo avevo,

da quand’era fiore l’ho custodito.

Ma poi è caduto e si è marcito.

E solo spero che rinasca;

che dolcemente ritorni

e che di nuovo tu fiorisca.

 

Il poeta maledetto