L’albero – scritta il 4 giugno 1995

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Un albero senza foglie

è sempre un albero.

Ma nessun passero vi si riposa,

né tantomeno vi pone il nido.

Il vento soffia una melodia di pace,

ma per quell’albero è un leggero tocco.

Solo un ricordar cos’è che non ha.

I rami di quell’albero son bagnati.

Chiamala come vuoi:

rugiada, pioggia, resina.

Quell’albero piange.

Giuro che le sue perdute foglie

Ei piange.

Un cuore senza amore

è sempre un cuore.

Ma nessuna gioia vi si distende,

né tantomeno vi è sentimento.

Un cuore senza il tuo amore,

è un albero senza foglie.

Aspetta che un bocciolo rinasca su un ramo

e che il vento soffi una melodia d’amore:

il tuo.

 

Il poeta maledetto

 

L’albero sempreverde – scritta il 10 aprile 1995

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Mi ricordo una collina in campagna,

dove andavo a salutare il sole al tramonto.

Lì in cima c’era un campo di papaveri.

E sotto le loro ombre,

andavamo io e te a fare l’amore.

Mi ricordo di una stradina,

che scendeva dalla collina

e arrivava a una fontana.

A quella fontana si abbeveravano i passeri.

E quando noi,

mano nella mano,

venivamo giù dalla collina,

correndo per la stradina,

loro volavano via.

Rifugiandosi tra i rami

di un albero sempreverde.

Nella corteccia di quell’albero

c’era inciso un cuore con due nomi.

Mi ricordo quella sera che litigammo.

mi voltasti le spalle tra parole

che ti dissi in un momento di rabbia

e che non pensavo affatto.

E te ne andasti via.

Corsi all’albero,

che volevo cancellare il cuore.

Ma non c’era già più.

Seduta alla fontana

c’eri tu che piangevi.

Mi ricordo una collina in campagna,

dove andavo a salutare il sole al tramonto.

Lì in cima, all’ombra dei papaveri,

la mia collera svanì.

Mi ricordo di una stradina,

che scendeva dalla collina

e si fermava ad un albero sempreverde.

Nella corteccia di quell’albero

c’è un cuore con due nomi,

che abbiamo inciso insieme quella sera,

e che nessuno ha cancellato più.

 

Il poeta maledetto