Alea iacta est

Quando penso mi nascondo,
dietro quella verità
che dei due chi meno ama
è quello che non soffre mai.

Ora ho perso quasi tutto io,
anche quello che vorrei
più di ogni altra cosa al mondo.

Ma or che di fermarti o cercare
non ho più voglia,
quel che resta sono fatti miei.

La mia unica follia
non è stata di innamorarmi di te,
ma di credere che tu
avresti potuto ricambiare
in egual modo.
 
 
Il poeta maledetto

La mia follia – Gigi Finizio

Ora ho perso quasi tutto…
anche quello che vorrei…
più di ogni altra cosa al mondo…
il resto sono fatti miei…
di fermarti o di cercare..adesso non ne ho voglia più…

non ti penso e poi mi dico..che adesso manchi solo tu…
Ti porterei…
lontano da ogni cosa e poi…
lo rifarei…
con te riviverei le notti e i sogni tuoi…
sapevano di mare e un pò anche di follia…
Ce la farei ad ascoltarti tutto il tempo che vorrai..
anzi mi scuso per le volte che io mai…
ho fatto quello che tu addesso penserai…
penserai…

Quando penso mi nascondo…dietro la tua verità..
che dei due chi ama meno…è quello che non soffre mai…
non mi resta che aspettare che un giorno quella tua follia…
farà in modo che ritorni un’altra volta e sempre mia…

Ti porterei…
lontano da ogni cosa e poi…
lo rifarei…
con te riviverei le notti e i sogni tuoi…
sapevano di mare e un pò anche di follia…
Ce la farei .. ad ascoltarti tutto il tempo che vorrai..
anzi mi scuso per le volte che io mai…
ho fatto quello che tu adesso penserai…
penserai…

Quando penso mi nascondo…dientro la tua verità..
che dei due chi ama meno…è quello che non soffre mai…
non mi resta che aspettare che un giorno quella tua follia…
farà in modo che ritorni un’altra volta e sempre mia…

In due – Sal Da Vinci

 

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In due – Sal Da Vinci

Nell’immenso del tuo sguardo cerco me
Sembra quasi la profondità del mare
Quel silenzio di parole è un’arma in più
Spiega chiaramente quel che pensi tu

Il carattere costante fa di te
forse la più bella mia maledizione
Eppure corro qui da te
Le notti che mi vuoi sono frammenti di te

L’amore è un sogno da vivere in due
a me manca la metà

Noi siamo storie di sesso e bugie
animali di città
posso odiarti maledirti ma se chiami perdo la mia dignità

Se potessi con il sole brucerei parte della vita mia che m’hai rubato
Così non correrei da te le notti che mi vuoi senza frammenti di te

L’amore è un sogno da vivere in due
a me manca la metà

Noi siamo storie di sesso e bugie
animali di città
posso odiarti maledirti se tu vuoi
cancellarti dalla mente
dopo far l’indifferente ma sto male senza te

L’amore è un sogno da vivere in due
a me manca la metà

Noi siamo storie di sesso e bugie
animali di città
posso odiarti maledirti ma di te mi serve l’altra tua metà

Le parole contano, le menzogne uccidono.

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Le parole contano,
tante volte rimangono
e fanno male
anche se dette per rabbia
si ricordano.
E pesano come macigni
su un animo inquieto
tanto da soffocarlo.
Quante volte mi hai
urlato sul viso che valevo poco?
Eri la mia donna importante
eri la mia stella nel buio.
Ed ora che rimane di noi due?
Briciole che hai lasciato
il vento spazzasse via.
Come per crudele gioco,
hai sparso in terra e calpestate,
perché libera fosse
la tua mano per un altro.
Ero una cena fredda,
che hai consumato in fretta.
Volevi, volevi, volevi.
Volevi e dovevi ottenere.
E tutto quello ch’io non t’offrivo
ora ce l’hai.
Tutto a parte una cosa,
una cosa che non si può volere
ma soltanto donare.
Ma quella cosa a te è sconosciuta.
Rinchiusa tra le pieghe
della tua ossessione:
una ricerca su sentieri sbagliati,
una radice che hai cercato nel mare.
Quella cosa non fa rima con libertà,
fa rima con sincerità.
Ed è come un monte
che preferisci ignorare
anziché scalare.
Ora hai tutto. Sii contenta di questo.
Ché l’effimero brucia presto.
E tornerai a sbadigliare,
e ritornerai a cercare.
Ma per sentieri sbagliati
ancora ti perderai.
Ho inghiottito la tua chiave,
tra veleno e menzogne.
Ed ora chi ti aprirà il cuore?
I soldi?
L’auto?
Il ballo in maschera di domani?
Le notti per locali?
O quelle in auto,
a cercar di rubare
quanto più piacere possibile dall’altro?
Le parole mordono, hanno fame, come i cani ti ringhiano,
dentro il cuore fanno male
e si insinuano, ti consumano, ti divorano.
Nella tua cena fredda
hai rotto il silenzio
e consumato in fretta
portando briciole con te
che sparse al vento hai
al profumo della prossima portata.
Imbandita ho la tavola in tua assenza
e m’appresto a consumar l’ultima cena
alla quale non sarai invitata.
E spargerò le briciole,
ed ogni briciola sarà una lacrima,
perché per te era ancora aperta
la porta del cuore.
E quei frammenti di noi che hai distrutto,
eran quella cosa,
che purtroppo per te ha un nome…
Si chiama amore.
Goditi l’effimero tutto,
molto presto ti divorerà lo stesso niente
che hai lasciato a farmi compagnia.

 

Il poeta maledetto

 

 

 

Le parole – Umberto Tozzi

 

Le parole contano dille piano tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano si ricordano.
Le parole quante volte rimangono le parole
feriscono le parole ti cambiano
ti bastava anche un filo di voce per dirmi ti amo
ma quante volte mi hai urlato sul viso che valevo poco.
Mi sentivo un bambino immaturo e magari ero un uomo
ti credevo una donna importante eri donna a metà.
Dimmi che rimane di noi due dimmi hi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.
Le parole mordono hanno fame come i cani ti ringhiano
dentro il cuore fanno male
e si insinuano ti consumano ti divorano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano
quante volte leggere e preziose me le hai sussurrate
ma altre volte mi hai dato del pazzo se di te morivo.
Mi sentivo un bambino immaturo e magari ero un uomo
ti credevo una donna importante eri donna a metà.
Dimmi che rimane di noi due dimmi chi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.

Vittoria! … Sconfitta!

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Non ha senso ritornare a parlare,
quel che avevo da dire
non hai voluto ascoltare.

Persa nella tua convinzione di giusto,
hai creduto di poterne prender gusto.

E un male enorme hai creato,
ma per chi? E per quale motivo?

Bastava una carezza in più
per non cadere a testa in giù
sul nostro amore.

E invece hai volto gli occhi altrove,
e forse te ne penti già.

Ma il tempo scorre inesorabile
e solo avanti è il suo cammino.
Quel che hai fatto è fatto,
e non può esser cancellato.

L’unica donna che volevo,
ch’abbia mai voluto,
sei tu che un’anima non hai.

La donna che vorrei
è esattamente quella che
non vorrò mai più.

Ancora ti amo…
Ma ti odio di più.

E non si dissipa il dolore,
non si scioglie il rancore.

Avevi detto di aspettare,
creavi a me tempo per sperare.

Ma di bugia in bugia
hai voluto giocare.

Bluffando hai vinto…
Ora non c’è più pezzo da mangiare.

Scacco matto.

Ma chi ha vinto?

 

Il poeta maledetto

 

 

La donna che vorrei – Gigi D’Alessio

 

Non ha senso stare qui a parlare
quel che vorrei dire lo sai già
Non c’è proprio niente da salvare
forse solo la mia libertà
La colpa da che parte sta
meglio dividerla a metà

La donna che vorrei
non ti somiglia un attimo
La donna che vorrei
fa quello che non fai
Le piace stringermi di più
se un cielo grigio viene giu
sa dare amore

La donna che vorrei
la trovo appena te ne vai
Non ritornare mai
lontano più che puoi
Sto bene solo quando non
Ci sei

Io per ricordarmi il tuo sorriso
guardo quella foto di anni fa
Non ci sarà posto in paradiso
loro non ci cascano con te
Che irresistibile follia
fare l’amore e poi mandarti via

La donna che vorrei
non ti somiglia un attimo
La donna che vorrei
fa quello che non fai
Le piace stringermi di più
se un cielo grigio viene giu
sa dare amore

La donna che vorrei
la trovo appena te ne vai
Non ritornare mai
lontano più che puoi
Sto bene solo quando non
Ci sei

Bastava una carezza di più
per non cadere a testa in giù
sul nostro amore

La donna che vorrei
sei tu ma un’anima non hai
Sei bella più che mai
Giuro ci ricadrei
però non sei la donna che vorrei.

Hai la mia parola – scritta il 9 febbraio 2010

 

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Hai la mia parola – scritta il 9 febbraio 2010

Un incontro inatteso,
in una fredda notte.
Una falsa maschera
che è difficile dimenticare:
una bugia quando parla,
una promessa non mantenuta.

Ricorderò la paura che
bagnava i miei occhi
come la pioggia che cadeva lenta,
da un impietoso cielo
mentre aspettavo il patibolo,
di una convinzione che volevo
venisse smentita.

Pronto a esultare della mia stupidità,
seppur consapevole di quella mia assurda,
tremenda certezza.

La lacerante distanza
tra fiducia e illudersi,
un baratro troppo profondo
per chi in bilico è
sull’orlo di una follia d’amore
e un folle amore.

E sbaglierà le parole,
ma ti dirà ciò che vuole…
E così arrancando scuse,
supposizioni, sotterfugi,
falsità e stupide smentite,
dopo aver trafitto per l’ultima volta
l’orgoglio di un corpo morente,
che non aveva chiesto altro
che l’esser trattato con rispetto,
s’allontanò veloce.

Girandosi un’ultima volta indietro,
incontrando un’ultima volta
uno sguardo che sempre fisso
è stato sul davanti.

Mentirai ai miei occhi,
consapevole che non ti crederò.
Ma lo farai lo stesso,
perch’io possa darti
quello che da me vuoi.

Ho parole scritte per te,
intinte nel sangue
sgorgante da un flagellato cuore,
che hai trafitto due volte.

Non le leggerai presto,
perch’esse possano
legarsi alla trama del tempo
e rendersi coriacemente immortali.
Immuni a quella falsa maschera,
che ancora indossi,
e che da sola potevi svestire.

Ricorderai la paura che
ho sperato provassi,
provandola io,
che tutto veloce nasca
e veloce finisca.

Ricorderò la paura che
bagnava i miei occhi
come la pioggia che cadeva lenta,
da un impietoso cielo
mentre aspettavo il patibolo…
E resterà com’è, mi dicevo:

“Però dopo niente cambierà
E resterà com’ è.
Dirselo ora, poi dopo ancora.
Dimenticando ti amerò,
e ogni tuo abbraccio sarà un dono.
Anche se in fondo sarò solo,
senza volerlo,
senza saperlo.”

Ma mentirai ai miei occhi,
sbaglierai se mi tocchi.

Non puoi dimenticarla
una bugia quando la porgi…
Non posso dimenticarla
una bugia quando la ricevo.

 

Il poeta maledetto

 

Tiziano Ferro – La paura che…

Mentirai ai miei occhi
Sbaglierai se mi tocchi
Non puoi dimenticarla
Una bugia quando parla
E sbaglierà le parole
ma ti dirà ciò che vuole

Ognuno ha i suoi limiti
I tuoi li ho capiti bene
E visto che ho capito
Mi verserò da bere
Di notte quando il cielo brilla
Ma non c’ è luce né una stella

Ricorderò
La paura che
Che bagnava i miei occhi
Ma dimenticarti
Non era possibile e
Ricorderai
La paura che
Ho sperato provassi
Provandola io
Che tutto veloce nasca
E veloce finisca

La lacerante distanza
Tra fiducia e illudersi
È una porta aperta
E una che non sa chiudersi
E sbaglierà le parole
Ma ti dirà ciò che vuole
C’ è differenza tra amare
Ed ogni sua dipendenza
“ti chiamo se posso” o
o “non riesco a fare senza”
soffrendo di un amore raro
che più lo vivo e meno imparo

Ricorderò
La paura che
Che bagnava i miei occhi
Ma dimenticarti
Non era possibile e
Ricorderai
La paura che
Ho sperato provassi
Provandola io
Che tutto veloce nasca
E veloce finisca

E resterà com’ è
Dirselo adesso e farlo lo stesso
Però dopo niente cambierà
E resterà com’ è
Dirselo ora poi dopo ancora
Dimenticando ti amerò
E ogni tuo abbraccio sarà un dono
Anche se in fondo sarò solo
Senza volerlo
Senza saperlo
Però dopo niente cambierà
E resterà com’ è

Mentirai ai miei occhi
Sbaglierai se mi tocchi…

Oggi va così…

Oggi va così…

Dovrò pensare meno

a tutto quel che di bello

abbiam passato insieme,

e fare come te.

Trovare il bottone reset del cuore

e cancellare da un istante all’altro.

Perdonami se a differenza tua,

io so amare davvero.

Il poeta maledetto

 

Ma cosa hai fatto…?
Hai inchiodato le mie ali a questo cielo d’asfalto.
Capisci cosa hai fatto…
Hai venduto il mio sorriso
a un viaggiatore distratto.
E anche se ti vorrei, non credo che
tu valga più di questa piccola vita.
E non sò dove sei ma sento che..
non ti cercherò perchè tu sei una strada in salita.

Se ci penso sò che adesso
non è te che io vorrei ma il tuo riflesso..
e ti vedo ma ti perdo come un’oasi
in questo deserto.

Ma cosa hai fatto..?
Hai corrotto i gesti miei con uno
sporco ricatto. Capisci cosa hai fatto?
Hai scordato il nome mio dentro quel
letto disfatto. Per quanto ti vorrei nn
credo che tu valga più di questa
fragile vita. Ti incontro spesso in tutti i
sogni miei poi mi sveglio e prego
che tu non sia mai esistita.

Se ci penso sò che adesso
non è te che io vorrei ma il tuo riflesso..
e ti vedo ma ti perdo come un’oasi
in questo deserto…

e ti vedo ma ti perdo come un’oasi
in questo deserto.

Ci Penserò Domani – Pooh e Poeta Maledetto

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Ci penserò domani – Il poeta maledetto

Giorni, ormai.
Trafitti come da lance
a scoccar delle ore,
immutabili, immutate.
Trascorse come d’un balzo
quasi a trattenere il fiato,
dopo il quale, cadendo,
ti sei ferito.

Ed ora non sai se il dolore
è quello di prima,
o quello del dopo.
“Non so come uscirne fuori, non lo so…”
Meccanicamente indotto
dal cuore alle labbra.
Come di flebile delirio,
in pausa che non riavvia.

“Le strade per farmi del male,
 non le sbaglio mai…”
Incapace di un passo indietro,
anche se vorrei.
Non rimpiango mai il passato,
ma il futuro…
Il futuro mi terrorizza.

Agonizzante attendo,
il proferir del verdetto.
Condannami oggi,
che la pioggia batte sui balconi;
a difendermi,
ci penserò domani.

Ci penserò domani – Pooh

 

il testo

Lei entrò, sulle scale qualcuno guardo
i suoi strani vestiti
appoggiò le spalle alla porta dicendo:
con lui ci siamo lasciati
osservai due occhi segnati
e il viso bagnato dalla pioggia
non so, mi disse, non so come uscirne fuori, non lo so.
La guardai,
ed ebbi un momento di pena,
perché sembrava smarrita,
io vorrei mi disse, vorrei che non fosse cosí,
ma è proprio finita disse poi
ritrovando un sorriso a stento:
comunque l’ho voluta lo sai,
le strade per farmi del male non le sbaglio mai.
Poi mi raccontò la storia che io sapevo già
dall’ultima volta si sentiva
che era più sola, più cattiva.
Si calmò, guardandosi intorno
e parlammo di me, bevendo più volte
si sdraiò in mezzo ai cuscini e mi disse:
con te ero io la più forte
disse poi inseguendo un pensiero:
è vero, con te io stavo bene
e se io fossi una donna che torna
è qui che tornerei.
Poi cenammo qui, le chiesi:
domani cosa fai
la pioggia batteva sui balconi
rispose: ci penserò domani!
Mi svegliai la mattina
e sentii la sua voce di là:
parlava in inglese la guardai:
aveva il telefono in mano e il caffè
e non mi sorprese accettai il breve sorriso
e il viso di una che non resta.
Se puoi, mi disse, se puoi,
non cambiare mai da come sei!
Poi se ne andò via nel modo che io sapevo già,
passava un tassi, lo prese al volo
abbi cura di te, pensai da solo.

Poi passa…

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Non ho mai chiesto tanto dalla vita,
e seppur ambizioso,
ho saputo sempre accontentarmi,
senza eccedere o deficere.
Non chiedevo tanto…
Una donna che amavo,
che mi amasse.
Ho amato tanto nella mia vita,
forse troppo.
O forse troppo lei,
che non seppe corrispondere allo stesso modo.
Colei che per sempre ha rubato il mio cuore.
E la mia possibilità d’amare.

 


Giusy Ferreri – Non Ti Scordar Mai Di Me

 

Poi passa, lo so…

Sono ormai 3 mesi

che mi dico: poi passa.

Sal Da Vinci – Da Lontano / Il poeta maledetto – Da Lontano

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 Il poeta maledetto – Da Lontano (26 ottobre 2009)

  

Da lontano,
come voce che si perde
in un abisso senza echo;
volti gli occhi
in un tramonto che sbiadisce
in una notte senza stelle;
chiusi gli occhi un attimo,
una mano che carezza il viso,
amara delusione di saperla mia,
in un consolatorio, inutile gesto.
E desiderarla tua,
che piano stringi il tuo sposo,
per fermare quel brivido inatteso
nel cuore nato all’improvviso,
in una notte oscura e senza stelle,
tra bianche e morbide lenzuola
ch’ancor profumano del tuo bouquet.
Ma non s’acqueta, non si placa,
come se venisse da lontano,
vibranti note su pentagramma di vento.
Generate in un abisso senza echo,
da voce che il tuo nome chiama,
dove solo i ricordi non bastano
a fermare un brivido mai spento,
a scaldare il cuore di uomo,
che da lontano trema e t’ama. 

 

 

Sal Da Vinci – Da Lontano

 

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Il video

 

 

 

 

Il testo

Saranno i miei desideri che bussano al cuore
sento qualcosa cambiare qui dentro di me
com’è difficile dormire
accanto a chi non puoi lasciare e soffre ancora di più
quasi per gioco è iniziata una storia d’amore
ma con il fuoco di paglia si brucia si sa
devi lottare con la mente
il cuore non ragiona mai
ha deciso e non lo posso più fermare
Da lontano, tremo e t’amo
oramai per me non conta più nessuno
anche nei miei sogni sento il tuo respiro
tu sei tutto quel che manca dentro me
amare è vivere, non è impossibile
ma per vivere bisogna amare chi è dentro te.
Cerco ogni notte il tuo sguardo nel fondo del cuore
nelle carezze e i ricordi lasciati da te
nei tuoi sorridi improvvisati
dentro i tuoi baci mai perduti
in tutto quello che parla di te
Da lontano, tremo e t’amo
ora vedo pure la tua faccia sopra il mio cuscino
e nel buio sulla mia pelle sento ancora il tuo profumo
e ti stringo forte forte addosso
come se tu fossi qui con me
anche se di te qui niente c’è
Da lontano, tremo e t’amo
oramai per me non conta più nessuno
anche nei miei sogni sento il tuo respiro
tu sei tutto quel che manca dentro me
amare è vivere, non è impossibile
ma per vivere bisogna amare chi è dentro te