Vortice – 15 dicembre 2008

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Vortice,
vortice che assorbe tutto
e frulla, confonde, mescola,
passato, presente, futuro.
Mi guardo intorno,
ma tutto è come prima,
eppur tutto è cambiato.
Non una cosa mantiene
il suo colore.
Sbadito, appassito tempo
che fugge in un vortice fermandosi.
Come di foto in bianco e nero,
fissa su di un attimo
che ad eterno si vota.
Quel che riman di vita mia
ormai è foto.
Scattata nel momento
di follia più assurda.
Ed or più nulla smuove
questa perduta corsa
ch’un inizio aveva,
ma più traguardo non vede.
Sterile, appassito,
incolume guerrier s’aggira
tra morti ed ossa e strazio
in campo di battaglia.
A vivere d’una sconfitta
inutile e crudele.
Di cui non leva via le macchie,
sangue nemico e amico indossa.
Sole che sorge,
sole tramonta.
Stelle e luna
di notti inquiete.
Confonde, mescola, frulla, assorbe,
dal cuor diparte,
così ch’io possa dir d’aver qualcosa
ancora, lì.
Dove d’un tempo fiorito campo
a perdersi e trovare.
Un vortice.
Distrugge, sradica, uccide.
Ma ti lascia vivo e…
incolume.
Aspettando che tu continui
dov’esso s’è fermato.