Mi verrebbe da gridare.
Un urlo di guerra, io
armato di tutto punto,
pronto a lottare contro la vita.
A questa uggiosa esistenza
infliggere mortale colpo.
Ad un lavoro che mi stringe al collo
una camicia di due taglie in meno;
ad una stanza-casa che m’opprime
avvicinando mura e tetto e pavimento
come trappola per topi;
una città tremendamente vuota,
con le sue strade, formichine avanti e indietro
a sopravvivere d’un pezzo di pane;
alla compagna amica mia ideale,
così lontana da non sentire un disperato
languido guizzo di voluttuosa richiesta;
scudo di sole avvolto in flebile manto
di nuvole squarciate da raggio,
d’una mattina come tante,
in cui le mie parole fendono monotonia
ancora una volta.
Di me ribelle che non sopravvivo,
vivo!
Il poeta maledetto