Urlo di guerra – 5 ottobre 2008

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Mi verrebbe da gridare.

Un urlo di guerra, io

armato di tutto punto,

pronto a lottare contro la vita.

A questa uggiosa esistenza

infliggere mortale colpo.

Ad un lavoro che mi stringe al collo

una camicia di due taglie in meno;

ad una stanza-casa che m’opprime

avvicinando mura e tetto e pavimento

come trappola per topi;

una città tremendamente vuota,

con le sue strade, formichine avanti e indietro

a sopravvivere d’un pezzo di pane;

alla compagna amica mia ideale,

così lontana da non sentire un disperato

languido guizzo di voluttuosa richiesta;

scudo di sole avvolto in flebile manto

di nuvole squarciate da raggio,

d’una mattina come tante,

in cui le mie parole fendono monotonia

ancora una volta.

Di me ribelle che non sopravvivo,

vivo!

Il poeta maledetto