Per farti mio – 31 luglio 2008

1093120014.jpg

 

Sono io,

Sei tu.

Ti ricordi?

Ma certo che ti ricordi.

E come non lo potresti fare?

Ti basta sapere che io ci sono per tremare.

Come potrei io dimenticare?

Son qui per te,

La nera signora mi cede la sua falce,

Ed io ti colpirò.

Son qui per te,

E a lei ti donerò.

Ma aspetta, fammi giocare un po’.

Voglio ricordi, i tuoi ricordi

E me li prenderò.

Son qui per te,

Cosa c’è nel tuo cuore?

Vedrai, lo scoprirò.

Ti ricordi di lei?

Ma certo che ti ricordi di lei.

Son qui per te e per lei,

E non tremare.

Tra un po’ dimenticherai e dimenticherò anch’io.

Sarai parte di me

Ed io mi nutrirò di te.

E saremo uno.

E la nostra lei sarà nostra e mia.

Son qui per te,

Per darti quello che cercavi.

Disperatamente hai cercato in lei

E mi hai trovato.

Ed ora sono qui per te.

E laverò le tue colpe e le mie.

Ti prenderò e sarai mio per sempre.

Più di lei che è stata mia.

Più di lei che è stata tua.

Vieni mio nemico, abbracciami.

Son qui per perdonare,

Per farti mio,

Per darti quest’ultimo caloroso e freddo bacio.

Son qui per te

E con te me ne andrò.

E non tremare.

Ti toglierò quel ghigno squallido,

La tua meschinità, il tuo anonimato.

Crudele sarò

Con la tua crudeltà.

Ti mostrerò la via

Aiutandoti a seguirla.

Son qui per te e per me.

Tramuterò la tua menzogna

In ultimo sacrificio

E sarai libero.

Libero di morire in me.

Son qui per te.

Guardami.

Son qui per te.

 

Il poeta maledetto

Pensieri ed impressioni di un giorno come tanti – scritta il 3 luglio 1996

fiore di primavera.jpg

 

Del tempo che passa non rimane che niente.

I ricordi son vento che sbuffando piano,

lentamente va via.

E mi tormento l’anima

nel turbinare di una monotona cantilena

che attimo per attimo,

attimo dopo attimo va via.

Fiore di primavera che bello come sei,

costretto anche tu ad appassire,

ribellati a questo tempo non nostro.

E fallo come sai,

con la tua solita dolcezza.

Io che ribellarmi non posso,

che ho combattuto e perso,

io che vedo adesso in te

una mia nuova riuscita,

ti chiedo per me di non appassire.

Fiore di primavera

che a nessuno rifiuti il tuo amore,

io sono qui ad implorare di amarti.

E come il vento

sussurro amaro il mio pianto.

Fiore bello, amor mio,

se d’innamorarmi sono ancora capace

il merito è tuo,

che con il tuo splendido apparire

abbagli chiunque.

Abbagliato son stato un giorno,

e da quel giorno i miei occhi

hanno visto più chiaro.

D’un tratto nel vero si sono specchiati,

nel vero me stesso,

in quel che ero stato.

nel vero i miei occhi,

i tuoi occhi hanno visto.

Ed ora son qui, a ricordare quell’attimo,

che lontano come il vento

è in questo momento.

Ma non deve e non posso

dimenticare il tuo viso.

calerà ancora la notte,

e ancora ti sognerò sul mio cuscino.

Ancora quelle stelle

l’amore vero vedranno.

Ancora tu con me sarai

e nella notte bacerò il tuo corpo,

i tuoi capezzoli sfiorerò con le labbra,

i tuoi capelli scioglierò sul mio corpo.

Fiore bello, amor mio,

attimo dopo attimo

quell’istante è arrivato.

Io parlavo al futuro

e quell’istante è già passato.

Siamo qui adesso,

a guardarci ancora negli occhi;

ancora a vivere l’uno dentro l’altra,

ancora ad essere noi stessi.

Fiorisci amor mio,

che dentro di te io vivo.

Dentro il tuo spirito

di guerriero indifeso.

Io ti difenderò da qualsiasi cosa,

perché è in te

che il mio amore ho riposto.

 

Il poeta maledetto

 

La chitarra – scritta il 25 novembre 1995

chitarra.jpg

 

Dita che corron veloci

sulle corde di una chitarra,

accarezzano il suono

e la melodia del tempo.

Sono tristi i ricordi,

com’è triste il tuo cuore.

Sei rimasta sola,

con la tua amica,

dolce chitarra.

Dita che corron veloci

sulle corde della chitarra.

Batte il mio cuore,

ti prego, rispondi al telefono.

Sono io mio amore,

or non sei più sola.

Suoniamo insieme all’amore

che quando sei con me

non esiste più il dolore.

Dita che corron veloci

sulle corde di un innamorato cuore.

 

Il poeta maledetto

 

Ricordi – scritta il 18 ottobre 1994

1dolcezzass5.jpg

 

Ti ricordi l’estate passata insieme?

Ti ricordi le notti insonni

facendo a gara per vedere

chi resiste più tempo sveglio?

E i tuoi sbadigli, e le nostre risa,

poi ti avvicini, le labbra si sfiorano,

le nostre anime si incontrano.

Ti ricordi?

Ti ricordi i nostri abbracci,

i nostri baci, le nostre carezze?

Io no!

Perché non mi schiarisci la memoria?

 

Il poeta maledetto

 

L’attesa – scritta il 1 luglio 1994

 

T’ha detto che un giorno sarebbe tornato,

e lo stai ancora aspettando.

E ricordi le corse sulla spiaggia,

e arrampicarsi sugli scogli,

e quel vascello nella baia

che un giorno l’avrebbe portato via.

Ma Akinu, giovane e bella indigena,

sperava che il suo uomo

non l’avrebbe mai lasciata,

che il vascello,

non fosse più salpato da quell’isola.

E quella sera sulla spiaggia

non hai potuto dirgli no;

e mentre lui ti accarezzava

tu già piangevi la sua lontananza.

E il giorno è venuto,

e il vascello è andato via,

portandosi con se, il tuo marinaio.

E lui t’ha detto che un giorno sarebbe tornato,

e lo stai ancora aspettando.

E il tuo bambino gioca sulla spiaggia

con un granchio e una conchiglia,

mentre il tuo sguardo punta all’orizzonte

per cercare quel vascello che non torna.

Ma tu, lo stai ancora aspettando.

 

Il poeta maledetto

Attimi in parole – 28 settembre 2008

603793337.jpg

Dov’è quel tempo lontano,

fuggito via da me,

che nei ricordi or vivo

come sbiadito capo

lavato in troppa foga?

Dov’è quel tempo lontano,

che fino a ieri mi sembrava vicino,

solo un passo più indietro?

Parole filtrate di setaccio in pepita,

ch’or più non brillano in sol radiante,

leggere, fragili parole,

a ricordar quel tempo,

d’un passo indietro perduto.

Inchiostro su carta

a ricordar visioni mie,

che qualche audace lettore

arditamente chiama poesie.

Il poeta maledetto

 

Le parole – Umberto Tozzi

Umberto Tozzi > Solo Palabras (2005) > Le Parole

http://ilpoetamaledetto.myblog.it/media/02/00/3945cea48d34904cd465683d7ec59180.mp3

Le parole contano dille piano tante volte rimangono
e fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano, si ricordano.
Le parole quante volte rimangono

 le parole feriscono le parole ti cambiano.
Ti bastava anche un filo di voce per dirmi ti amo
ma quante volte mi hai urlato sul viso che valevo poco.
Mi sentivo un bambino immaturo e magari ero un uomo
ti credevo una donna importante eri donna a metà.


Dimmi che rimane di noi due dimmi chi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.

Le parole fanno danni invisibili sono note che aiutano, che la notte confortano
quante volte leggere e preziose me le hai sussurrate
ma altre volte mi hai dato del pazzo se di te morivo.

Dimmi che rimane di noi due dimmi chi ci riavvicinerà
a te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda da consumarsi in fretta.
A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.

A te sembrava un gioco bello se dura poco
era una cena fredda che hai consumato in fretta.