Il mio mondo – 31 marzo 2009

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D’una carezza, d’un bacio,

di mille parole non dette.

Saperti mia,

saper di due cuori

che battono all’unisono,

d’una sola travolgente passione.

Di mille perchè

e d’una sola certezza.

Che fatto fui per esserti accanto

che fatta fosti per essere mia.

D’un cammino tortuoso,

mare in flutti impetuoso,

Perduto in onde straniere,

su malevoli scogli sbattuto.

Fu così che approdai su quel viso,

dorati lidi a incorniciar quel sorriso.

Occhi tuoi sian per me nascondiglio,

sia il tuo abbraccio prigionia di emozioni.

Sulle tue labbra lasciami morire

in un unico eterno attimo d’amore.

Perchè altro non esiste

che non t’appartenga.

Perchè vita non esiste

se non sia nel tuo cuore.

 

Il poeta maledetto

 

 

Un mondo di dolcezza

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Bramo un mondo di dolcezza,
dove ci si saluti con un sorriso,
dove un “ti amo” o un “ti voglio bene”
siano parole puramente sincere.

Dove un abbraccio sia un gesto normale
da poter chiedere e ottenere,
da poter donare ed esserne felici.

Voglio un mondo d’amore,
dove tutti ci si voglia più bene,
per riscoprire negli altri
quella scintilla ch’è nascosta in noi stessi.

Miliardi di scintille
da infiammar le notti buie,
un fuoco ardente di passione,
da lasciare impallidire il sole.

In questa pazza,
visionaria mia follia d’amore,
abbraccio tutti quelli che posso,
giacchè non riesco più a contenerli
in questo mio traboccante cuore.

 

Il poeta maledetto

Esiste ancora il vero amore?

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Sri Krsna fu molto contento di ricevere quel messaggio di Rukmini
e stringendo la mano del brahmana gli disse:
“Caro brahmana, sono molto felice di sapere con quanto ardore
Rukmini desideri sposarmi, perchè anch’io attendo con ansia questo
momento. La mia mente pensa sempre alla figlia di Bhismaka, e
pensando a lei mi capita di trascorrere la notte insonne. So bene
che suo fratello maggiore, spinto dall’odio che ha per me, ha deciso
di sposarla a Sisupala, perciò sono più che mai deciso a dare una
lezione a tutti quei principi che se la contendono, e dopo averli
battuti porterò via dalla mischia Rukmini, proprio come dalla legna
comune si estrae il fuoco benefico.”

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I principi riuniti là, il fior fiore della cavalleria, inebriati
dalla bellezza di Rukmini, stavano quasi per cadere svenuti; ebbri
di desiderio, tutti desideravano possederla. Ma nessuno di loro
atraeva l’attenzione di Srimati Rukmini; in cuor suo lei non
aspettava altro che il momento in cui Krsna sarebbe venuto per
portarla via. A un tratto si aggiusta gli anelli della mano
sinistra e le capita di guardare verso i principi, si accorge
subito che Krsna è la in mezzo a loro. Non l’aveva mai visto prima
d’allora, ma poiché pensava sempre a lui non ha un attimo di
esitazione nel riconoscerlo. Senza badare ai principi là riuniti,
Krsna rapisce Rukmini e col suo carro, che si distinge per lo
stendardo con l’effigie di Garuda, avanza lentamente, senza paura,
portando via Rukmini come un leone che strappa un cervo alle
grinfie degli sciacalli.
Jarasandha, già tante volte sconfitto da Krsna, ruggisce:
“Com’è possibile? Krsna ci sta portando via Rukmini e nessuno
glielo impedisce? A che servono i nostri archi e il nostro
coraggio di cavalieri? Principi, guardate! La nostra reputazione
è perduta se lasciamo che uno sciacallo si porti via la preda
del leone!”

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I nemici si gettano all’inseguimento. Ma tutti vengono sconfitti.
Krsna poteva avere tutte le donne che voleva. Ma decide di volerne
una soltanto e lotta per averla contro chi brama soltanto di
possederne il corpo… Perchè?
Per insegnare agli uomini che esiste il vero amore,
che bisogna lottare per esso,
che non esiste sconfitta in esso,
e che può esistere soltanto fra due cuori.
Krsna e Rukmini si sposano
e come due stelle gemelle, illuminano le notti degli uomini.

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Discorso tra Krsna e Rukmini

“Cara principessa, c’è una cosa che mi sorprende molto. Numerosi
grandi personaggi appartenenti all’ordine dei re avrebbero voluto
sposarti; sebbene non tutti fossero dei re, tutti possedevano le
ricchezze e le qualità regali, avevano tutti buone maniere, erano
eruditi, famosi, belli nel fisico e nel carattere, liberali, molto
potenti ed elevati sotto tutti gli aspetti. Tuo padre e tuo
fratello avevano già dato a Sisupala la loro parola d’onore che
avrebbe avuto la tua mano. E questo grande re ti desiderava tanto
ed era così pazzo della tua bellezza che se ti avesse sposata credo
che sarebbe rimasto sempre accanto a te come il tuo più fedele
servitore. In confronto a Sisupala e alle sue qualità io non sono
nulla. Puoi rendertene conto tu stessa. Mi sorprende che tu abbia
rifiutato lui per scegliere me, che gli sono di molto inferiore.
Non mi sento affatto degno di essere tuo sposo, tu così bella,
sobria, fedele e nobile. Posso chiederti il motivo che ti ha spinto
a preferire me? Naturalmente ora sei la mia incantevole sposa, ma
bisogna che tu sappia la mia vera posizione: io sono inferiore a
tutti quei principi che volevano sposarti.
Poichè non ho uno scopo fisso, la gente mi considera un vagabondo.
Come hai potuto scegliere come sposo un vagabondo come me?
Mia cara e bella principessa, devi sapere inoltre che io sono uno
squattrinato. Appena nacqui mi portarono, senza un soldo, a casa
di Nanda Maharaja, dove fui allevato come un pastore. Mio padre
adottivo possedeva centinaia di migliaia di mucche, ma non una mi
apparteneva. Avevo solo il compito di custodirle. Anche qui a
Dvaraka non possiedo nulla, sono sempre senza un soldo. Ma non ho
motivo di lamentarmi, perchè anche prima di arrivare qui non
possedevo nulla.
Cara figlia del re di Vidarbha, penso che tu non abbia riflettuto
abbastanza prima di sposarmi e che tu abbia fatto una cattiva
scelta. Tu sentisti parlare della mia grandezza, ma io non sono
mai stato altro che un mendicante; Che errore! Comunque meglio
tardi che mai: scegli ora uno di quei grandi principi ksatriya
e accettalo come compagno della tua vita, dopo avermi ripudiato.”

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“Caro signore dagli occhi di loto, hai ragione di affermare che tu
e io non siamo una bella coppia. Non posso io, arrivare al tuo
livello, perchè tu sei il ricettacolo di tutte le qualità.
Come potrei essere degna di te?
Tu dici che non agisci come una persona comune con un preciso scopo
nella vita, è vero. Perfino i tuoi più grandi devoti e servitori,
che sono famosi per la loro saggezza, rimangono in una condizione
tale che nessuno può capire lo scopo della loro esistenza. La
società umana li considera pazzi e cinici, ma il fine della loro
vita rimane un mistero per l’uomo comune.
Tu, ti sei descritto come uno squattrinato, ma è povertà la tua?
Poichè nulla esiste fuori di te, che sei tutto, che bisogno
avresti di possedere qualcosa?”

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“Mia cara Rukmini, o migliore tra le regine, è chiaro che tu non
nutri alcuna ambizione materiale; il tuo unico desiderio è
servirmi, e da molto tempo lo fai con una devozione pura.
Mia cara sposa, mi hai conquistato per l’eternità e mi hai
sottomesso a te per sempre. Pensasti che nessun altro doveva
toccare il tuo meraviglioso corpo, e credendo che io non sarei
più arrivato, decidesti di toglierti la vita. Cara Rukmini, un
amore così grande e così alto, rimarrà sempre nella mia anima.
Come potrei ricambiare la tua pura devozione?”

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Ti amo come mai ho amato.
Tu sei mia, lo sei sempre stata.
Tanto quanto io sono tuo,
lo sono sempre stato.

Il poeta maledetto

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Sergio Cammariere – Tutto quello che un uomo

La caduta di Icaro – 8 novembre 2008

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Icaro è caduto.

Mi dispiace amica mia,

mio amore.

Esistono uomini che nascono già pronti

per essere superficiali,

di quelli spinti da un semplice impulso sessuale.

Di quelli che s’accontentano

di avere quel poco,

perchè quel poco a loro fa comodo.

Mi dispiace amica mia,

Icaro è caduto.

Non sono bravo

a fare l’amante.

Il poeta maledetto

Il volo di Icaro – 5 novembre 2008

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Mille parole mi velai di piume

che d’ali mani tue potesser carezzare.

D’attesa d’un mattino in quella rupe

nascita in gran splendore sole mio aspettare.

Radioso ed alto punto,

origin tal di luce e di calore,

possente a fender l’aere e riscaldar mio cuore.

Coraggio volle il cavalcar d’un primo balzo

velato eppur d’indomita follia.

Più grande error caduta irrimediabile pensiero

qual mai s’avvide in terra mortal sguardo possedere.

Può essere, oppure no o sarà, chissà.

Ma ricompensa grande assai dell’esser

e corpo e mente e cuore,

dal tuo abbraccio rapito.

Che gran vittoria in fallo ripromise,

sicchè tentar non possa rimandare.

Or balzo sul di lei comando,

medesima passion del volo mio insegnante.

Medesimo obiettivo e sol lontan radiante.

E vola! Icaro vola!

Limitazione è tempo e non ardore.

Bramando labbra tue e corpo e cuore,

d’ ogni terreno appiglio m’abbandono.

D’un attimo a raggiunger mio guadagno

sarò con te per vivere,

nella caduta del tuo eterno abbraccio.

Per sempre mia,

Per sempre tuo.

– – –

A te che sai che è per te,

tu, donna mia adorata

mia passione, mia brama.

Amor più grande non v’è di quel d’anelare a

cader per sempre e sempre viver nel tuo abbraccio.

Per te, soltanto per te amore mio.

Altro non esiste che non sia tu,

o qualcosa ch’io possa farti dono.

Il poeta maledetto

Vento e sussurro – 27 ottobre 2008

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Soffio impetuoso,

parol di petalo sospinta,

a ritrovar quel fiore

dal quale s’era dipartita.

Leggera e soffice,

carezza delicata su quel viso.

Mille riflessi in luce

a colorar quel mondo,

d’estasi e passione,

di nuovo brivido in rugiada,

carpendo esile stelo d’un’essenza,

rubando prima luce del mattino.

Quel vento tal mi par qual è il tuo nome

Sussurrato insieme alle parole:

“mio” e “amore”.

 

– – –

A te che hai saputo rubar ogni mio battito, ogni mio respiro,

rendendomeli poi, indissolubilmente legati ai tuoi.

T.A.V.

A te – 23 ottobre 2008

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Amica mia silente, mia occulta passione, che queste mie parole ti siano vicine, più di quanto io possa, per ora. Che t’accompagnino durante il giorno, quando di nascosto le leggerai. Quando velando l’emozione, abbandonerai i tuoi pensieri al desiderio di me e nasconderlo dovrai. Perch’io son parte della tua vita, come tu della mia, ed or intreccio irrisolvibile ci lega, come se dell’incrostazion del tempo fosse saldo. Come s’io fossi stato tuo, come se tu fossi stata mia, da sempre, e solo adesso l’avessimo scoperto. Ed or ti voglio! E non vivo che di questo desiderio, questa pulsante passione che mi prende, e che mi lascia delirare il tuo nome, mentre ti aspetto bramo; bramo il tuo corpo, bramo il tuo viso, bramo te. Perchè è in te ch’io mi perdo, per ritrovarmi al tuo fianco.

In questa notte, in cui stai già dormendo,
seppur distante, io ti sono vicino.
Si, vicino con i pensieri, vicino con il desiderio,
così vicino da sentire il profumo della tua pelle,
così vicino da poter accarezzare il tuo corpo, liscio, morbido,
e sentire la tua pelle incresparsi in un brivido, sotto il tocco della mia mano.
Guardo ancora il tuo viso, e desidero ogni minuscola sua porzione,
il mento, le tue labbra, morbide, da baciare, da mordere, da fare mie.
Il tuo collo e i tuoi capelli da stringere con le mie mani, mentre più vicino
stringo il tuo corpo al mio, nudi, a prendere e a dare, inconsapevoli di tutto ciò
che non sono io, che non sei tu, che non sia noi.
Solo noi, e la nostra immensa passione.
Sei la mia croce e la mia delizia,
sei la mia consapevolezza e il crollo delle mie certezze,
sei la mia follia, e l’unica cura per essa.
Sei mia. Sei mia!

Tu sai. Solo tu, sai!

Lei

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Coloro di un sorriso

il passo dei tuoi giorni,

vibrando sul tuo viso,

lambendone i contorni.

Mi perdo nei tuoi occhi

profondi come il mare.

Colei che invan cercai rispecchi:

Una ragazza semplice, da amare.

Dedicata a Lei, che mi fa battere forte il cuore.

Chi è la Lei… non ve lo dirò mai! :-p

Il poeta maledetto