La sposa di un altro – scritta il 23 settembre 2009

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Non ho saputo resistere,
non ho potuto
non cedere alla tentazione.
E son venuto a prendermi
quel bianco non mio
della tua anima,
da confondere all’oscura tenebra
che è nella mia.
Ed or che sconfitto,
di opaca sfida in cui,
puntato avevo sulla mia disfatta,
a riscuoter vengo
quella vincita.
Accoglimi in te,
sei mia!
Quelle bianche vesti
di dosso ti strapperò.
E della mia pelle
il tuo corpo fascerò.
Chiudi gli occhi
e abbandonati all’amore,
mentre di rosso passione
sto colorando il tuo cuore.

 

Il poeta maledetto

 

La luce – scritta il 30 gennaio 1995

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E fu buio su tutti noi.

Il freddo avvolse i nostri sensi.

Ci addormentammo senza sapere

se e quando ci fossimo svegliati.

L’ultima parola che ricordo

fu quella del capitano che diceva:

“ibernazione”.

Sognai di essere da solo,

e di camminare avanti.

Ma avanti c’era il nulla,

tutt’intorno era nulla,

eppur continuavo ad andare avanti,

anche se non riuscivo

a vedere le mie mani, le mie gambe.

Tremiti improvvisi

assalirono il mio corpo.

Cominciai a sudare e non avevo mani

per asciugare il sudore

e non avevo nemmeno un corpo

che avrebbe potuto sudare.

Ero li, anzi, pensavo di esser li,

ma in realtà era il nulla

e anch’io ero il nulla.

Pensai che mai più

sarei uscito da quel buio,

da quel vuoto

che il nulla mi creava intorno.

Poi finalmente nacque la luce.

Apparì piccola

come la fiamma di una candela

e s’ingrandì sempre di più

uccidendo il nulla.

E tutt’intorno fu la luce.

Il capitano sorrideva.

Il salto nello spazio

alla velocità della luce

era perfettamente riuscito.

L’astronave adesso

scivolava lenta nel cosmo

un pò più in là di Mizar.

Il ricordo del nulla spariva,

mentre negli occhi dell’equipaggio

rinasceva la luce.

 

Il poeta maledetto

 

La libertà – scritta il 17 gennaio 1995

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Vivere senza la libertà,

è liberare la vita

e lasciarsela sfuggire dalle mani.

Dimentica come ti chiami;

dimenticati dell’amore;

dimenticati del tempo che ti consuma

nel suo silenzioso gioco.

Ma non dimenticarti mai della libertà.

Non fartela mai rubare.

Il vero senso della vita

è guardare le stelle,

sentire un violino suonare

e gridare all’universo: “Sono libero!”

Se un giorno non avrai più la libertà,

non sentirai violini suonare,

non vedrai stelle nel cielo,

e la tua voce

si perderà nel buio della notte.

E mentre la tua anima

piangerà senza fine,

il tuo cuore sussurrerà:

“Avevo la libertà

e me la son fatta rubare”.

 

Il poeta maledetto

 

La morte – scritta il 16 gennaio 1995

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Un freddo profondo sento nelle ossa.

Non vedo più i colori del mondo;

il cuore vien meno,

il respiro mi manca.

Ridevo con gli altri alla vita

e pensavo di non morire mai.

Poi è bastato un attimo.

Tu mi hai detto: “E’ finita!”.

Ed ogni cosa ha perso il suo colore.

Il tempo si è fermato per me.

Sono morto.

E tu mi hai seppellito,

insieme al mio amore.

 

Il poeta maledetto

 

La telefonata – scritta il 30 aprile 1994

 

Digito il primo numero: è otto.

Mi fermo un attimo… E se lei non c’è?

Ma no! Dev’esserci per forza.

E digito il secondo numero: due.

E se mi risponde il padre o la madre?

Inventerò una scusa.

Dirò che sono un compagno di classe,

e continuo con il terzo numero e il quarto.

Dopo c’è il sette.

Sto per premerlo ma mi fermo ancora:

e se lei non vuole ch’io la chiami a casa?

Però se non lo faccio, non lo saprò mai.

Lo premo.

Il numero dopo è il cinque,

l’ultimo è lo zero, sospiro, lo premo.

E’ fatta. Trattengo il fiato.

Squilla, risquilla;

risponde una voce: Pronto! Pronto?

Riattacco.

Era lei.

 

Il poeta maledetto

Quando il passato si reinventa futuro – 1 marzo 2009

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La vita è strana, è davvero strana.
E non v’è possibilità di capire perché accadano determinate cose.
O perché altre cose non accadano.
Sta di fatto che valutando le cose col senno di poi,
Ti accorgi di centinaia di “coincidenze“.
Eventi che accadono e che non sai spiegarti.
Una concatenazione di eventi che portano a…
A qualcosa che è impossibile prevedere o spiegare.
Sta di fatto che, se fosse cambiata una inezia, una virgola, di quello che
Ti ha portato oggi ad essere quel che sei, ad essere dove sei,
A leggere questi miei pensieri sopra le righe;
Se fosse cambiato un piccolo particolare,
Oggi non saresti la stessa persona, chiunque tu sia.

Posso dirti che la vita, un’intera vita, può cambiare da un momento all’altro.
Rivoluzionata, nel bene o nel male, o in un ciclo a spirale, che si ripete vorticosamente.
Certe cose accadono.
E restano come una cimosa su di una lavagna,
Un colpo di spugna,
Un cancellare per far posto a qualcosa di diverso che deve ancora essere scritto,
O che doveva già esserlo stato.
Queste cose che accadono sono come pietre miliari, che ci vengono poste su un cammino che ignoriamo.
Possiamo scegliere, lo facciamo ogni giorno.
Ma nel momento in cui le tue decisioni portano ad un vicolo cieco,
Ecco che arriva il terremoto a spazzare via mura, a creare macerie.
Ma da sopra le macerie è possibile scorgere un nuovo cammino.
La cosa strana è che se volti le spalle a guardare indietro,
Ti accorgi che esso combacia esattamente con quello che hai percorso fino a quel momento.
Quasi come se,
Il fatto di esser finito in quel vicolo cieco,
Fosse stato solo un pretesto,
Per farti capire che era davvero quello il tuo cammino, il tuo destino.

Scrivo queste cose d’istinto, senza rileggere, magari mi sto perdendo in ridondanze,
Ma credo sia fondamentale il fatto ch’io ora abbia la consapevolezza
Che tutto quel che accade, non accade mai per caso.
E’ uno scandire di secondi su di una piccola parte di tempo che appartiene a noi stessi.
Ma non siamo mai lasciati soli. Una mano ci sorregge sempre,
Facendo in modo che il punto di arrivo sia quello giusto.
Sono convinto che ci sia data una partenza e un arrivo prestabiliti.
Solo il come arrivarci, il cammino, i passi da fare e le direzioni da seguire,
Questo ci è dato di scegliere.
Se così fosse, dovrei piegare il capo a chi è convinto che noi siamo dei predestinati,
Che tutto è stato scritto.
A questo, io, spirito ribelle, vorrei poter controbattere che io sono padrone della mia vita,
Che io decido di me stesso, che io comando me stesso.
Ma quel che vivo ogni giorno, mi impedisce di essere così cinico e arrogantemente stupido.
Sono come goccia d’acqua persa in un oceano, convinta di poter decidere di andare dove voglio.
Cosa che non è sbagliata… Fino ad un certo punto. Fino a quando io non abbia raggiunto dei limiti
Prefissati. Poi, una piccola onda di marea, una lieve brezza, una corrente improvvisa,
Può cambiare il mio mondo per sempre.
Queste cose accadono,
E scioccamente le chiamiamo coincidenze.
Ma quante coincidenze si sono avverate, concatenate, legate, per essere qui?
Troppe. Troppe per poter matematicamente, scientificamente, accettare che siano combinazioni di possibili eventi
Che portano come risultato… Relazioni con altre vite che hanno subito altre migliaia di coincidenze per arrivare ad un punto d’incontro.
Tutto è il prodotto di un progetto più grande. Che va salvaguardato ad ogni costo.
Quale esso sia, io non sono in grado di dirlo. Ma sono sicuro che esistano dei “custodi”, dei “guardiani” per cui, questo progetto non evolva troppo caoticamente, discostandosi da quella che è la soluzione finale, la dirittura d’arrivo.
Le cose accadono, ma mai caso al caso.
E forse, per pura “coincidenza”
Ho scoperto che le coincidenze non esistono.
La mia vita è cambiata da un giorno all’altro,
Ma mai mi sarei aspettato oltre le macerie,
Di scorgere un nuovo cammino,
Dove ho incontrato le mie orme, e quelle di lei.
Mai mi sarei aspettato che il passato,
Mi si riproponesse come futuro.
Ma questo mi riempie di gioia.
Perché forse mi ero discostato troppo dal progetto iniziale,
E avevo bisogno che la mia rotta fosse raddrizzata.
Se non sbaglio, e credo fermamente di non sbagliare,
Questo mi pone davanti a tre possibili alternative:
– ora sono sulla direzione giusta;
– oppure sono più vicino al traguardo;
– oppure entrambe.

Quel che più mi colpisce,
È che per quanto mi sia sforzato a pensarci su,
Non sono riuscito a trovare qualcosa di negativo in questo futuro.
Anche se per arrivarci c’è stato un pessimo passato e un non facile presente.

E’ come se all’improvviso,
Avessi aperto gli occhi in una notte fredda,
E avessi visto una nuova alba,
Che con il suo calore avvolge il mio corpo.

Tanto più fredda è stata la notte,
Tanto più caldo sarà il giorno.

Il dormiente è sveglio.