Anche se – scritta il 19 gennaio 1995

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Anche la rosa più bella,

splendente, nella sua soave purezza,

ha le sue spine.

Anche il fiume più limpido

e così anche il mare più puro

a volte diventano emissari di morte.

Se corri, corri,

arrivi prima alla fine;

ma ti stanchi molto di più.

I sogni son belli, ma durano poco.

E quando ti svegli,

rifletti un pò

e capisci che la vita non è panna,

ma schiuma da barba.

 

Il poeta maledetto

 

Sogni e lettere – scritta il 17 gennaio 1995

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Foglie portate dal vento.

Rotolano su strade

dove scorrono veloci le auto.

Si fermano in pozzanghere e ristagnano.

Rotolano tra l’erba,

si fermano tra le radici di un albero

e vi nasce un fungo.

Rotolano su fogli di giornale;

le coperte di barboni solitari.

Rotolano, rotolano,

rotolano in una finestra aperta

che nell’oscurità della notte

riflette la luce di una lampada.

Una ragazza scrive una lettera

mentre il vento

accompagna in quella stanza

una foglia di faggio.

La penna traccia sul foglio:

“al mio amore lontano”,

quando la foglia rotola sul tavolo

e la luce della lampada

la illumina in pieno.

Lei la guarda, sorride, la prende,

vi scrive sopra “ti amo”

e la mette in una busta da lettera

insieme al foglio.

I miei sogni son foglie;

foglie portate via dal vento;

che rotolano,

rotolano e viaggiano

chiuse in delle buste da lettera.

 

Il poeta maledetto

 

La libertà – scritta il 17 gennaio 1995

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Vivere senza la libertà,

è liberare la vita

e lasciarsela sfuggire dalle mani.

Dimentica come ti chiami;

dimenticati dell’amore;

dimenticati del tempo che ti consuma

nel suo silenzioso gioco.

Ma non dimenticarti mai della libertà.

Non fartela mai rubare.

Il vero senso della vita

è guardare le stelle,

sentire un violino suonare

e gridare all’universo: “Sono libero!”

Se un giorno non avrai più la libertà,

non sentirai violini suonare,

non vedrai stelle nel cielo,

e la tua voce

si perderà nel buio della notte.

E mentre la tua anima

piangerà senza fine,

il tuo cuore sussurrerà:

“Avevo la libertà

e me la son fatta rubare”.

 

Il poeta maledetto

 

La morte – scritta il 16 gennaio 1995

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Un freddo profondo sento nelle ossa.

Non vedo più i colori del mondo;

il cuore vien meno,

il respiro mi manca.

Ridevo con gli altri alla vita

e pensavo di non morire mai.

Poi è bastato un attimo.

Tu mi hai detto: “E’ finita!”.

Ed ogni cosa ha perso il suo colore.

Il tempo si è fermato per me.

Sono morto.

E tu mi hai seppellito,

insieme al mio amore.

 

Il poeta maledetto

 

Donne e favole – scritta il 14 gennaio 1995

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Ti lasciai bambina,

che credevi ancora alle favole.

Ti lasciai che avevi un sorriso

stampato sulle labbra.

E l’ingenuità ti cullava il cuore.

Vivevi la tua vita intensamente,

colorandola dei più bei colori

dell’arcobaleno.

Per te contava solo il presente,

al futuro chiedevi soltanto

di poter continuare a sognare.

Ti ritrovo adesso,

mentre una luce nuova

ti nasce negli occhi.

Mentre mi guardi piangi

ed il tuo cuore esulta.

E ti bacio, ti abbraccio,

e non ti lascerei mai più.

E tu mi stringi forte,

abbandonandoti all’amore.

Ti lasciai bambina,

che credevi ancora alle favole;

ti ritrovo donna,

mentre vivi la tua dolce favola.

 

Il poeta maledetto

 

Buccino – scritta il 9 gennaio 1995

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Buccino striato,

piangevi solitudine

nascosto tra due dune di sabbia.

Chissà quante volte hai pianto,

mentre abbagliato dal sole

guardavi il mare.

Eri stato dimenticato;

eri rimasto solo.

Poi è arrivata lei,

e la tua tristezza,

si è sciolta in un attimo;

il tuo antico dolore,

si è dissolto nel vento.

Ti ha raccolto;

ti ha portato al suo orecchio

e ha detto:

“Che bello! Si sente il mare!”

Era bella; era bella davvero.

Buccino innamorato,

piangi solitudine

nascosto tra due dune di sabbia.

 

Il poeta maledetto