VITA – scritta il 19 luglio 2008

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Qual fil di cotone teso,

tra dita sottili spezzandosi.

A rimirar mi trovo le due estremità.

Una più lunga, l’altra più corta.

E dir non saprei qual già vissuta

e qual rimanente.

Questa fragile vita dedicata,

a chiunque non fosse me stesso.

Ed or mi trovo alieno nel mondo.

Come se svegliato mi fossi da un sonno profondo.

Visi e sorrisi in strada,

che non conosco e non riconosco.

Chi toccato ne ha un pezzo,

chi ne toccherà l’altro.

Io,

incastro nel tempo,

non mio.

Ma sconosciute mani attendo.

Plasmar futuro e emozioni

di chi scrivendo vive,

di fragili parol come cotone.

Solo,

unica via per lasciar traccia.

In un futuro di cocci assestati insieme,

e con rapprese mani a scrivere,

nell’istante dell’ultima carezza,

un brivido ancora mi porterà

a quel pezzo di cotone ch’è volato

e all’altro che fra le dita è restato.

E del nodo fatto e risciolto,

per una verità non detta.

Per un sorriso che si è spento,

nel cuore di un poeta maledetto.

 
Il poeta maledetto

La chitarra – scritta il 25 novembre 1995

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Dita che corron veloci

sulle corde di una chitarra,

accarezzano il suono

e la melodia del tempo.

Sono tristi i ricordi,

com’è triste il tuo cuore.

Sei rimasta sola,

con la tua amica,

dolce chitarra.

Dita che corron veloci

sulle corde della chitarra.

Batte il mio cuore,

ti prego, rispondi al telefono.

Sono io mio amore,

or non sei più sola.

Suoniamo insieme all’amore

che quando sei con me

non esiste più il dolore.

Dita che corron veloci

sulle corde di un innamorato cuore.

 

Il poeta maledetto

 

Io sarò – scritta il 20 settembre 1995

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Io sarò nei tuoi sogni,

ti prenderò per mano

e t’accompagnerò per il mondo.

Te li farò realizzare.

Io sarò nei tuoi desideri,

ti ascolterò per ore,

poi schioccherò le dita

e te li farò realizzare.

Io sarò nelle tue paure,

le sconfiggerò tutte

e se ti vedrò piangere,

ti saprò consolare.

Io sarò nei tuoi sogni

finché dormirai.

Poi ti sveglierò con un bacio

e insieme,

continueremo a sognare.

 

Il poeta maledetto

 

Dattilografa – scritta il 24 febbraio 1995

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Dieci dita che scorrono veloci su di una tastiera.

Tanti tasti che vanno giù,

imprimendo su di un foglio bianco lettere e numeri.

Il ticchettio forsennato, che si spande nella stanza.

Una voce che detta una lettera,

mentre una segretaria accavalla le gambe.

La voce si zittisce, il ticchettio finisce,

un foglio vien strappato.

Un sorriso, una tazza di caffé

e riparte il ticchettio.

Una voce detta una lettera,

mentre una segretaria accavalla le gambe.

 

Il poeta maledetto