Finito è il tempo

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È finito il tempo di accontentarsi,
e anche di cercare.
Ma se proprio deve essere,
allora che sia senza compromessi:
la voglio che mi faccia perdere la testa.
Che quando mi chiedono “come ti chiami?”
Io rispondo col suo nome…
Perché è l’unica cosa che mi viene in mente.

Tu sai.

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Tu sai qual’è la verità,
tu sai cosa mi hai fatto.
Nasconderla vuoi per salvare la faccia,
ed è forse anche giusto.
Per te.
Non lo è nei miei confronti.

Ed ora divento il mostro,
il cattivo,
il bugiardo.

Quando invece mostro sarà stato
colui che ti usava,
e tu più di lui
quando dimenticavi il mio nome,
il mio amore.

Dio, che sei diventata.
Hai ragione,
uno come lui ti meriti,
sempre che non t’abbia
già dato il benservito per un’altra…

E vabbè… Una scopata ogni tanto…
Che vuoi che sia,
anche se stai con un altro,
anche se sta con un’altra.

Fatti tuoi.
Io solo mi chiedo,
come facevi a stare con lui
e guardarmi negli occhi quando venivi da me.
Quale coraggio nel mentirmi,
e far finta che nulla fosse accaduto.

No. Non è fragilità emotiva…
Tradire è una scelta coraggiosa:
volerlo, scegliere di farlo, ripeterlo ancora.

E le bugie…
Dormivo, ero stanca, l’auto rotta, mio padre,
il telefono ce l’aveva mio figlio.
Menzogne su menzogne.
E tutto questo perché?

Perché sapevi che quel pezzo di merda
affidabile non era,
sapevi in cuor tuo che di te,
solo quel corpo voleva.
Una tacca da aggiungere alle altre.

Eppur sceglievi di ritornare.

Ma anche questi sono fatti tuoi.
Ognuno è libero di vivere come vuole,
ma nel rispetto degli altri.

Ora dimmi, tu che sai…
Quale rispetto per me hai avuto?
E quanto adesso me ne dai?

Hai avuto il coraggio di stare con lui
e poi tornare da me;
con quella tua faccia innocente,
tranquilla, anche gelosa…
E invece il marcio covavi dentro.

Ed ora che basterebbe un “mi dispiace”
non hai il coraggio di pronunciare due parole?
Un piccolo riscatto per me,
un grande riscatto per te
l’ammettere di aver sbagliato,
di ammettere che non era ciò che volevi.

Quanto mi hai tolto?
Quanto hai tolto alla nostra storia?
10 anni persi tra le braccia di un altro,
che mai ti darà ciò che volevi
e che mai intenzione ha avuto di farlo.

Ma tu lo “volevi”, “mai come quella volta volevi”.

La tua complicità che era nostra,
la tua intimità che era nostra,
dieci anni di esperienze e ricordi buttati nel cesso,
per una o due scopate a settimana.

E’ stato un dono del cielo liberarmi di te.
E nessun “mi dispiace” da parte tua, no.

Coerente con ciò che sei diventata,
con ciò che hai deciso di diventare.

Ed io sono il falso… Tutte bugie le mie…

Tu… Che come me, e come lui, sai.

Disegno di Ernesto Lovera, titolo: Evil woman
https://elovera.artstation.com/

 

Amica mia carissima

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Amica mia carissima,
ti scrivo qui perché so,
che prima o poi da qui passerai.
E queste mie parole,
questo mio sfogo, tu lo leggerai.
Vorrei dirti che ti odio,
ma non ti odio veramente.
Odio ciò che mi hai fatto, non te.
Soffro. Ho un dolore dentro indicibile,
che molte volte sembra soffocarmi:
mi manca l’aria, mi fa male alla gola.
Mi sembra quasi di morire.

Mi hai lasciato prima rabbia e sconforto,
trasformatesi poi in amarezza e delusione.
Già, la delusione: è questo, più dei tradimenti,
che io non ti perdonerò mai.

Delusione… Sapere che ad altri andavi dicendo
di essere sola già da un anno;
che per fortuna ti eri liberata da una storia di 10 anni,
con un uomo a cui ti eri aggrappata,
ma che davvero non avevi mai amato.
Lui c’era nella tua vita, perché avevi “bisogno”.
Parole che urtano, feriscono, distruggono.
Ancor più perché, io nella tua vita ancora c’ero.
E nemmeno un mese prima,
ero ancora un uomo da sposare, bravo a cucinare,
bravo a far l’amore. Parole tue.
Ma del resto… “Siamo le scelte che facciamo”.

E penso… Non faccio altro che pensarci.
Ci perdo il sonno e le notti,
un pò come fai tu con quella “simpatia non corrisposta”
quel “colpo di fulmine” di cui parlarono i tarocchi,
che tu credi sia innamoramento…
Ed invece è soltanto tua ossessione.
Quasi 2 anni che ti controlli lui e la sua ex
e non hai capito che ti stai solo caricando
di illusorie aspettative.
Frida Kahlo diceva:
“Dove non puoi amare, non soffermarti”.
Questo è il mio consiglio per te.
Seguilo, comprendilo.
O le tue (soltanto tue) emozioni ti tradiranno.

Tradiranno…
Come facesti a cader nelle sue “braccia sicure”, io non lo so.
Non giudico l’amore, nessuno può.
Ma quello di certo amore non era.
Visto che lui di me sapeva.
Avessi saputo io di lui,
immediatamente t’avrei lasciata.

Il sesso è corpo, carne da possedere.
Una fame che va saziata, e quando lo sei,
il cibo più non ti interessa.
L’amore è cuore, sentimenti da alimentare.
Una fiamma che brucia e che mai si sazia.
Non ne hai mai abbastanza.

E tu “abbastanza” non ne hai avuto,
né di me, con cui continuavi a stare,
né di lui con cui,
ormai routine del venerdì,
continuavi a ritornare.

E ancora a me toglievi,
ciò che io da te volevo:
tutta te stessa.
Regalando ad uno il tuo tempo,
ad un altro i tuoi pensieri,
a un altro ancora il tuo corpo.

Briciole di te prendevo,
e me le facevo bastare…
Muto, in silenzio,
anche quando mi chiedevi
se c’era qualche cosa che mi facevi mancare,
aspettando la mia smentita.
Temendo di perdermi per un’altra.
A quelle briciole io mi ci aggrappavo,
e seppur avessi intuito,
mi volevo sbagliare…
Non volevo perderti.

E invece avevo già perduto il tuo amore, il tuo tempo.
E le briciole di te che accettavo per vivere,
quei momenti di intimità del martedì,
quasi rubati, clandestini,
come se non fossimo più compagni ma amanti,
altro non erano, che per tua pura soddisfazione,
un’abitudine di desiderio e passione.

E poi l’epilogo…
Un natale anticipato al 22,
per poterlo trascorrere insieme
e quell’ultimo giorno nostro…
Il mio onomastico.
Ero così felice di averti con me,
che era come festeggiare il capodanno in anticipo.
E te lo dissi.

Se avessi saputo che quella era l’ultima volta che ci vedevamo
ti avrei abbracciata più forte,
ti avrei baciata ancora con più ardore,
avrei fatto con te l’amore con più passione.

Perché, ignorando ciò che mi avevi fatto,
ciò che di me pensavi,
e tutto ciò che mi avevi tolto,
in quell’ultimo nostro incontro di anime e corpi,
io, ancora ti amavo.

Ho iniziato scrivendo “vorrei odiarti”,
credo che ne avrei tutto il diritto…
Chi mai potrebbe biasimarmi?

E invece no.
Voglio lasciarti per il finale,
parole non mie, parole di Julia Roberts:

“Sai che è amore
quando tutto quello che vuoi
è che quella persona sia felice
anche se non fai parte
di quella felicità.”

Abbi cura di te,
Addio.

Tramonto sul mare

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Mosse dal vento l’onde,
come da un brivido increspando,
capelli in folta chioma somigliava;
e quel sorriso foriero di passione,
di sole rosso che stanco si nasconde
tra un orizzonte che labbra dischiude,
di cielo e mare, due occhi a ricordare.
Vissi di nuvole lunghe e sottili
che in lontananza luci di città velavano,
come ciglia,
a nasconder brillantezza di fuggevole sguardo.
E quella luna, piccolo riflesso di stella,
un piccolo ornamento a me sembrava,
un brillantino a nare impreziosire.

Un semplice tramonto guardavo,
eppure il suo meraviglioso viso,
soltanto scorgevo.

Di lei…

Della mia bella dissero molte cose…

Di quanto fosse raggiante quando sorrideva,
di quanto fosse dolce quando parlava
di quanto donasse gioia di vivere
a chi ammirato la guardasse.

Soltanto io conoscevo i suoi silenzi
quei momenti bui fatti di rabbia e tristezza
Soltanto io vedevo quel fragile fiore
nascosto tra lamiere d’acciao.

Soltanto nei miei occhi lei poteva scorgere qualcuno
che l’amasse per ciò che era,
non per quello che per gli altri appariva.