Fotografia – scritta il 30 aprile 1995

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Un respiro profondo, un sospiro.

Il mare calmo, il sole rosso,

che va a sparire in quelle onde al tramonto.

A volte ho pensato di essere un sasso:

non provare emozioni;

non guardare;

non sentire;

non parlare;

non amare.

Seduto sulla riva

ad ascoltare il canto del mare

e il respiro delle stelle.

Ma sarebbe vita quella?

Raccolgo un sasso, uno qualunque,

forse reincarnazione di uno come me.

Lo scaglio contro il sole,

ma è troppo lontano.

Non lo colpisce e cade giù,

in fondo al mare.

Fuggo via,

come le rondini al primo filo di vento.

Davanti a me c’è una stradina in salita

che porta in cima a una montagna.

Corro veloce, non vedo dove vado.

I miei occhi sono ombrati

e le mie lacrime

bagnano la polvere della stradina.

Non so per quanto ho corso.

So solo che il cielo si è fatto buio,

che sono stanco.

Mi siedo, guardo in alto.

I grilli cantano,

una stella cade giù e sparisce.

Un desiderio. Ho da esprimere un desiderio:

“Quanto vorrei tu fossi qui, con me.”

Quanto vorrei stringerti tra le braccia

e sospirare:

“Non saremo più distanti.”

Ma è inutile.

Sono solo, fermo come un sasso,

sotto un cielo così gremito di stelle,

sotto un cielo così buio e vuoto.

Nasce un nuovo giorno,

con il tepore del primo raggio di sole

che m’illumina il cuore.

Abbandono la cima della montagna,

perdendomi giù per la stradina.

C’è un pittore più avanti.

Con i pennelli, i colori e una tela.

Cosa dipinge?

Mi avvicino, e i colori prendono forma.

E’ un viso.

Un dolcissimo viso che conosco.

Una donna bellissima, forse un angelo.

Il pittore si ferma un attimo,

si rivolge a me:

“Ti piace?”

“Si. E’ un sogno!”

“Hai ragione… E’ proprio un sogno.”

Sparisce la tela;

sparisce il pittore;

sparisce la stradina;

sparisce tutto dai miei occhi.

Il viso appoggiato sul cuscino.

Lo scosto via, è tardi.

E ritrovo la tela.

L’angelo bellissimo:

una tua fotografia.

Me la stringo forte al petto.

“Quanto vorrei tu fossi qui, con me.”

A volte ho pensato di essere un sasso:

non provare emozioni;

non guardare;

non sentire;

non parlare;

non amare.

Seduto sulla riva

ad ascoltare il canto del mare

e il respiro delle stelle.

Ma sarebbe vita quella?

Cosa varrebbe un sasso

se non potesse provare emozioni?

Se non potesse guardare

il tuo meraviglioso viso?

Se non potesse sentire

la tua dolce voce?

Se non potesse parlare

e dirti che tutto sarebbe nulla,

se non potesse amare

il tuo splendido sorriso?

Chissà cosa sarebbe quel sasso

senza la luce ch’è

nella tua fotografia,

quella stessa luce che da tempo

illumina la vita mia.

 

Il poeta maledetto

 

Fotografia – scritta il 30 aprile 1995ultima modifica: 2009-10-22T17:19:14+02:00da morris_garage
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